(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Roma, 13 apr. - Si conclude la tre giorni del Presidente filippino Rodrigo Duterte in Arabia Saudita per rilanciare la cooperazione economica e sul piano della difesa. Principale risultato, la firma di un accordo "per la protezione dei lavoratori filippini in Arabia Saudita dal punto di vista del trattamento salariale, delle condizioni di assunzione e impiego, della facilitazione dei ritorni in patria nonche' sulla gestione delle dispute".
Come si legge su 'Philstar', grazie ai tanti filippini che lavorano nel regno saudita, Manila ottiene circa 7,6 miliardi di dollari in rimesse. Stando a quanto hanno detto i funzionari di governo al ministro degli Esteri filippino Sylvestre Bello, la crescita economica a cui Riad sta puntando "necessita dei lavoratori filippini". Anche al fine di combattere la disoccupazione interna le autorita' stanno elaborando un piano che fara' aumentare le opportunita' di lavoro, ma che intende coinvolgere anche gli stranieri.
Il paese arabo e' il secondo per presenza di filippini al mondo: se ne contano 760mila, ma spesso le condizioni di lavoro - come hanno spesso denunciato da varie organizzazioni per i diritti umani - sono molto dure, con frequenti abusi oppure ritardi nei pagamenti dei salari. L'incontro tra Duterte e re Salman Abdulaziz Al-Saud e' stato tuttavia "cordiale". Oltre a rafforzare la cooperazione economica, i due paesi si sono trovati concordi nell'unire le forze nella lotta al terrorismo jihadista e all'estremismo violento: "e' la piu' grande minaccia al mondo" hanno convenuto.
Anche Le Filippine accolgono gruppi armati di matrice islamista, alcuni dei quali - secondo alcuni - ricevono sostegno dai gruppi in Medio oriente.
(Red/ Dire)