(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Bologna, 6 apr. - "La maggior parte dei 65,3 milioni di rifugiati e sfollati nel mondo vivono in paesi che sono gia' poveri e soffrono in molti casi di carestie e siccita'. Nonostante questo, si accollano la responsabilita' di questi milioni di persone che nel loro spostamento possono incidere anche in maniera pesante sull'equilibrio ambientale e sociale dei territori". Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr, durante la conferenza "Mani sull'acqua" a Bologna per il lancio della campagna "#gocciaAgoccia" di Gvc, fa il punto sulla situazione dei cosiddetti 'migranti ambientali', costretti ad abbandonare la propria terra in cerca di acqua, spesso per approdare in un altro paese problematico dal punto di vista del clima e delle risorse. Per questo l'obiettivo dell'Alto commissariato per i rifugiati e' "intervenire per rendere questa presenza sostenibile anche per la comunita' che li accoglie". Infatti, Sami spiega che il problema dell'acqua in moltissimi di questi paesi "riguarda anche la popolazione residente, come nei Paesi africani: Etiopia, Sud Sudan, Somalia... L'elemento dell'acqua spinge le persone a muoversi da alcuni posti dove ci sono le risorse ma non riescono ad averne accesso".
In questo senso, soggetti istituzionali come l'Unione europea "possono avere un grande impatto sulle politiche di sviluppo di questi Paesi e sostenerli efficacemente in maniera massiccia, soprattutto in questo frangente storico cosi' difficile, in cui alla poverta' di questi paesi determinata dai fattori climatici ci sono i conflitti e di conseguenza gli spostamenti forzati di milioni di persone" conclude Sami.
(Red/ Dire)