(DIRE - Notiziario settimanale Esteri) Chiulo (Angola), 6 apr. - In portoghese rimanda all'attesa, in italiano sa di speranza: e' la 'Casa de espera', in muratura, dipinta di giallo, un portico per accogliere le nuove arrivate. Di fronte, due alberi regalano un po' d'ombra. È li' che le donne incinte si riuniscono per mangiare, chiacchierare, intrecciare ceste, riposare. Sono un'ottantina, ma con i primi figli, i fratelli e le madri che le accompagnano formano un villaggio. Al tramonto accendono i fuochi sui fornelli di terra o di pietra: riso, piu' di rado funge, la polenta angolana preparata con il miglio e il massango. Cucina anche chi e' al settimo o all'ottavo mese e viene da lontano: come Eduarda, 25 anni, alla seconda gravidanza. Per arrivare ci ha messo due giorni, uno solo per raggiungere la strada asfaltata, ma pazienza: era importante, perche' la Casa e' accanto all'ospedale "dove ci sono i dottori". A chi le chiede della sua scelta Eduarda risponde cosi': "Xangongo era piu' vicino ma non voglio perdere un altro bambino". L'ospedale e' quello di Chiulo, missione centenaria e una manciata di case sparpagliate nella macchia riarsa che dall'altopiano angolano dirada verso il confine con la Namibia.
Dal 2006, al fianco degli infermieri locali, ci sono i cooperanti dell'ong padovana Medici con l'Africa Cuamm: ostetriche, ginecologhe e pediatri, specialisti capaci di salvare mamme e bambini. È questo che spinge le donne, anche giovanissime, ad affrontare il viaggio. "Appena arrivate devono sottoporsi a una visita per il test dell'aids, la misurazione della pressione, l'antimalarico e l'acido folico" spiega Germana Tuitileni, una levatrice tradizionale che collabora con il Cuamm anche curando la sensibilizzazione nei villaggi. Nella Casa de espera resta chi ha una gravidanza difficile, e' in prossimita' del parto o semplicemente si sente piu' tranquilla vicino ai "dottori". A chi abita lontano ed e' alle ultime settimane il ritorno al villaggio e' sconsigliato: nella stagione delle piogge le strade di allagano e raggiungere l'ospedale puo' diventare impossibile o richiedere comunque troppo tempo.
Problemi evidenziati da Serena Migliaccio, ginecologa arrivata a Chiulo lo scorso anno: "In questa regione circa l'80 per cento delle nascite avviene nelle case e il tasso di mortalita' materno-infantile e' tra i piu' elevati al mondo".
L'ospedale e' l'unica struttura dove c'e' una sala operatoria nel raggio di decine di chilometri e, in caso di complicazioni, sono possibili cesarei e trasfusioni di sangue. Ma c'e' un altro fattore che rende importante la Casa de espera. Prima che ripartano, alle neo-mamme sono consegnati i baby-kit. Piccoli doni, che nei villaggi sono desiderati: una bacinella di plastica con due pannolini, uno impermeabile e uno di stoffa; una saponetta e, infine, berretto e calzini di lana. Le nonne italiane ne hanno cuciti cosi' tanti che ce n'e' per tutti, non solo per i prematuri a rischio ipotermie.
(Red/ Dire)