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Campania, 67 detenuti si sono iscritti all’università

Inaugurato anno accademico polo penitenziario Secondigliano, è il primo al sud

Pubblicato:04-03-2019 17:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:11

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L’intervista Gaetano Manfredi, rettore dell’ateneo federiciano

NAPOLI – “E’ una grande opportunita’. Abbiamo un’occasione per abbattere quel muro che c’e’ tra il carcere e la societa’: il penitenziario esce fuori dal carcere e la societa’ entra dentro al penitenziario”. E’ stata la testimonianza di un giovane detenuto, uno dei 54 ospiti del penitenziario di Secondigliano che hanno deciso di iscriversi a un corso di laurea, a concludere l’inaugurazione dell’anno accademico 2018/2019 del polo universitario penitenziario della Campania, il primo del Sud Italia. Per quest’anno, 67 detenuti di tutta la Campania hanno scelto uno dei corsi proposti dall’ateneo Federico II: oltre ai 54 ristretti di Secondigliano ci sono 4 donne del penitenziario femminile di Pozzuoli e altri 9 ospitati in altre strutture della Regione. I detenuti seguono le lezioni tre volte a settimana in due sezioni speciali del carcere che ospitano il polo universitario ad eccezione delle donne che saranno raggiunte dai docenti nel penitenziario puteolano. All’interno delle sezioni, gli studenti hanno un regime diverso con le celle aperte tutto il giorno, spazi per lo studio, per le lezioni, per l’incontro con professori e tutor.
Possono seguire tutti i corsi a disposizione dell’universita’ Federico II, fatta eccezione per quelli a numero chiuso, ma la loro attenzione si e’ focalizzata su 5 percorsi di studio, in Giurisprudenza, Scienze politiche, Scienze sociali, Urbanistica, territorio, pianificazione e ambiente, Scienze nutraceutiche ed erboristiche. Gli studenti detenuti sono esentati dal pagamento delle tasse universitarie e i docenti della Federico II impegnati nei corsi operato tutti a titolo gratuito. “E’ un dono dell’universita’ e un impegno di volontariato del nostro corpo docente – ha detto Gaetano Manfredi, rettore dell’ateneo federiciano -. Ci sono gia’ tanti iscritti ma ci siamo ripromessi di impegnarci maggiormente sull’orientamento, per andare oltre l’entusiasmo iniziale che porta i singoli a scegliere un corso piuttosto che un altro”.

Il progetto del Polo universitario penitenziario della Campania e’ realizzato grazie alla collaborazione tra la Federico II, l’amministrazione penitenziaria, il Garante dei detenuti della Campania e con il sostegno della Regione Campania. “Crediamo che investire sulla conoscenza e sulle competenze – ha detto l’assessore regionale alle Politiche Sociali, Lucia Fortini – sia essenziale. Noi investiamo 4 milioni di euro per la formazione e crediamo fortemente in un sistema che si mette in rete e aiuta le persone, penso ai detenuti, a trovare una riva”.
E’ stato il principio rieducativo e la consapevolezza di dover garantire il diritto allo studio dei detenuti a orientare l’iniziativa messa in piedi in Campania e per la prima volta al Sud. “La societa’ va oltre le mura – ha sottolineato il garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello -. Chi vuole la reclusione costruisce esclusivamente mura e fili spinati. Questa possibilita’ offerta a detenuti e detenute da’ loro la possibilita’ di dimostrare che si puo’ cadere tante volte, con errori gravi, ma il coraggio di rialzarsi e’ fondamentale. Chi esce dal carcere, arricchito da una conoscenza e da una mentalita’ diversa, non torna piu’ in carcere. E, quindi, anche la societa’ e’ piu’ sicura”.


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