NEWS:

Procida, Artethica Cinefest torna nell’ex carcere di massima sicurezza di Terra Murata

Appuntamento dal 4 al 6 novembre nell'ex carcere a picco sul mare

Pubblicato:31-10-2016 16:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:14

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

artethica_terra_murata_procida

NAPOLI – Tre giorni di proiezioni dal tramonto all’alba, più di dieci tra film e documentari, installazioni artistiche, percorsi videosonorizzati, incontri con attori, registi e produttori. A Procida l’ex-carcere di massima sicurezza a Terra Murata torna ad ospitare dal 4 al 6 novembre Artethica Cinefest.

Il grande complesso carcerario a picco sul mare, che include il cinquecentesco Palazzo d’Avalos, residenza reale borbonica prima che istituto di pena, verrà “riacceso dalle luci del cinema, per la seconda volta, dopo decenni di buio ed abbandono. Nel punto più alto dell’isola di Procida, un luogo di isolamento, di dolore e punizione sarà inondato di bellezza, di arte e di gente”, così Libero De Rienzo, attore, regista e ideatore, insieme a Marcella Mosca, dell’evento.


artethica_terra_murata_procida

Oltre agli ambienti del Palazzo, fino alla fine degli anni ’80 celle comuni di reclusione e già per la prima edizione del progetto sale di proiezione, quest’anno il Cinefest inaugurerà l’accesso al grande tenimento agricolo interno alla struttura: un percorso di circa 400 metri, insolito red carpet, spettacolarizzato da luci suoni e videoproiezioni curati dal direttore della fotografia Napoleone Carbotta.

A partire dalle 20.00 di venerdi 4 novembre, per tre sere consecutive dunque, un luogo singolare come un carcere dismesso a strapiombo sull’acqua si trasformerà insieme in festa, in cinema e in scenografia naturale. Sul terreno del contrasto tra privazione e libertà anche la selezione delle pellicole: da Fiore di Claudio Giovannesi a Pericle il Nero di Stefano Mordini; da Man on wire di James Marsh a Welcome di Lioret all’inedito Abril di Fabio Gargano; da Non essere cattivo di Caligari ad Alaska di Cupellini.

“In questo momento forse più che mai, è necessario guardare in faccia le esperienze di prigionia, di privazione, in tutte le loro forme: economiche, culturali, fisiche, mentali. Se ogni libertà ha la sua privazione, per ogni privazione – dichiara Michele Scotto di Carlo, uno degli organizzatori dell’evento – abbiamo bisogno di comprendere e pensare una nuova libertà e un nuovo modo di liberazione. Alcuni dei film selezionati per la rassegna, per la maggior parte produzioni o co-produzioni italiane degli ultimi due anni, si legano a questi temi affrontandoli esplicitamente, raccontandoli, ma anche implicitamente, con finali aperti, con racconti interrotti, con aperture possibili. Il dialogo tra loro inoltre non segna un’unica strada interpretativa quanto piuttosto apre a percorsi individuali plurali e del tipo ‘ fuga e cattura’. In questo posto poi parlare di privazione e libertà ha – conclude – un suono ancora più particolare e rende il tutto estremamente significativo”.

Ad introdurre alle visioni e discutere su questi temi, tra gli altri, in sala Riccardo Scamarcio, David Grieco, Stefano Giovannesi, Elio Germano e Marco D’Amore, presentati e mediati da Federico Pontiggia, scrittore e critico, affascinato dal progetto Artethica dopo la sua presenza come giornalista alla prima edizione.

A spiegare il successo e le adesioni di Artethica Procida Cinefest, Libero De Rienzo a proposito precisa: “Anche quest’anno facciamo rassegna, come la scorsa volta, ma il nostro è un progetto più ambizioso, arrivare ad una manifestazione che, oltre a mantenere gli obbiettivi politici e sociali che già la distinguono, dia visibilità a quelle pellicole che i meccanismi della grande distribuzione lasciano ingiustamente al margine, invisibili, sentenziandone il silenzio senza il parere del pubblico. Lo scopo è quello di un festival per i film in ‘attesa di giudizio’, per riprendere una parte di quel titolo di Nanny Loi che con Alberto Sordi fu girato proprio in queste celle del d’Avalos di Procida, e che Federico nella prima edizione di Artethica ha brillantemente citato. Quest’anno raccontiamo la condizione coatta e poi la libertà che butta giù le sbarre e i muri; il prossimo speriamo di liberare e mettere in circolazione qualcosa che altrimenti resterebbe chiuso in un baule”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it