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Autismo, Castelbianco: “Lavorare con i genitori per facilitare la sintonizzazione affettiva”

di Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell'età evolutiva

Pubblicato:31-10-2016 11:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:14

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ROMA  – Pre-School Autism Communication Therapy o PACT e’ l’ultima ricerca inglese sull’autismo, recentemente pubblicata su Lancet, “i cui risultati dimostrano che il lavoro svolto negli ospedali di Manchester e’ tutto sull’accompagnamento affettivo dei genitori“. A dirlo e’ Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’eta’ evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, che da oltre 20 anni si occupa di autismo.

L’IdO ha da poco pubblicato su ‘Autism-Open Access’ i risultati del primo approccio terapeutico evolutivo italiano all’autismo denominato ‘Progetto Tartaruga‘ (CLICCA QUI), che sottolinea la centralita’ della dimensione affettiva come impalcatura per tutte le successive evoluzioni cognitive e sociali .

“L’aver cura del bambino senza imporgli risposte ai loro comportamenti, oppure obbligarlo a reazioni- spiega lo psicoterapeuta- consente al minore e al genitore di non seguire un metodo sul comportamento, ma di trovare una strada basata sull’affettivita’ e la relazione. Nell’autismo il problema non e’ il comportamento o le capacita’ intellettive ma la reazione deficitaria, in modo piu’ o meno grave- sottolinea Castelbianco- che impedisce l’elaborazione della comunicazione e di conseguenza del rapporto”.


L’Istituto di Ortofonologia privilegia quindi un approccio evolutivo psicodinamico che utilizza la dimensione corporea come principale strumento della terapia’, “perche’ il corpo e’ la sede dei ‘sentimenti primordiali’ che devono essere accolti, decifrati ed elaborati dal terapeuta”.

Inoltre, prosegue il direttore dell’IdO, “proponiamo un progetto terapeutico integrato sia sul bambino che sulla coppia genitoriale per favorire la sintonizzazione affettiva lavorando sulla dinamica relazionale genitore-bambino attraverso la condivisione ludica “.

Esemplificativi sono i risultati emersi a 4 anni di distanza dall’inizio dell’approccio terapeutico evolutivo dell’IdO: “Abbiamo monitorato per quattro anni un gruppo di 80 minori dai 4 ai 7 anni per vedere come procedeva la loro evoluzione con questo trattamento, e quindi valutarne l’efficacia. È stato possibile osservare una riduzione del numero di diagnosi di autismo basate sui punteggi ADOS (il golden standard per la diagnosi del disturbo) gia’ a 2 e a 4 anni di distanza dall’inizio del trattamento’, precisa Castelbianco.

Il progetto evolutivo Tartaruga ha quindi permesso una “significativa riduzione della sintomatologia autistica dei bambini in tutte le aree valutate: linguaggio e comunicazione, interazione sociale reciproca, gioco e comportamenti ristretti e ripetitivi, e- conclude lo psicoterapeuta- progressivi miglioramenti anche del Quoziente Intellettivo nell’intero campione (valutato con il test Leiter-R)”.

Ecco i risultati dopo 2 anni di terapia: 19 bambini su 80 sono usciti dalla classificazione diagnostica di autismo. Dopo 4 anni, si passa dai 19 ai 31 bambini su 80 (38.7%) che sono usciti dalla classificazione diagnostica di autismo, e di questi 31 bambini 13 erano del gruppo dello spettro autistico (16 in totale) e 18 del gruppo autismo (64 in totale). Quattordici bambini sono passati infine dalla condizione di autismo a quella di spettro.

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