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Negoziati in stallo per Brexit, è scontro sugli obblighi finanziari

Nessun passo avanti decisivo sui punti principali è arrivato dai negoziati di questa settimana

Pubblicato:31-08-2017 13:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:38

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ROMA – “E’ chiaro che il Regno unito non si considera legalmente obbligato a onorare” i suoi impegni finanziari di lungo termine. Così Michel Barnier, capo negoziatore per l’Unione europea, che in conferenza stampa stamani a Bruxelles ha detto che i negoziati per la Brexit svoltisi questa settimana “non hanno prodotto alcun passo avanti decisivo sui punti principali”. L’Unione chiede a Londra di versare tra i 60 a i 100 milioni di euro, allorché Londra non è disposta a sborsarne più di 40.

GLI OBBLIGHI FINANZIARI RESTANO IL PROBLEMA CENTRALE

Quello degli obblighi finanziari resta dunque il problema centrale e, insieme alla sorte dei cittadini europei nel Regno Unito e alla questione della frontiera che separa l’Irlanda dall’Irlanda del Nord, figura come tema prioritario, così come i 27 Stati membri hanno stabilito mesi fa. Insoddisfazione emerge anche dalle parole del suo omologo, David Davis, il quale ha bacchettato apertamente l’Unione: “Il Regno Unito sta mantenendo un approccio molto più flessibile e pragmatico” di quello di Bruxelles. Sulla questione economica, “il Regno Unito onorerà il suo obblighi, ma devono essere reali“, ha chiarito Davis. Il suo governo sta infatti lavorando “per capire se la cifra calcolata dall’Unione è corretta“, ha detto.

A suo avviso, tuttavia, “qualche progresso c’è stato“, e anche il suo omologo Barnier ha cercato di rassicurare i giornalisti presenti in sala: “Nel corso di questa settimana abbiamo raggiunto dei chiarimenti importanti su vari punti”, tra cui quello dei lavoratori di frontiera. La conclusione resta però scoraggiante: stando infatti così le cose, “non è ancora possibile raccomandare al Consiglio europeo di intraprendere delle discussioni autonome per stabilire le relazioni future con quel Paese”, come prevederebbe la seconda fase dei negoziati.


di Alessandra Fabbretti, giornalista

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