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VIDEO | I pediatri: “Le malattie crescono per la povertà, non per gli sbarchi”

L'aumento di malattie ormai 'dimenticate' in Italia non dipende dai migranti ma dall'aumento della povertà. Se n'è parlato al 75esimo congresso Sip a Bologna

Pubblicato:31-05-2019 12:42
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:21

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BOLOGNA – Malattie che si pensavano debellate ma che stanno tornando fuori in questi ultimi anni in Italia “non sono causate dai migranti, come qualcuno vuole far credere, ma dall’aumento della povertà”. Parola di Marcello Lanari, direttore della Pediatria d’urgenza del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, intervistato dall’agenzia Dire nell’ambito del 75esimo congresso nazionale dei pediatri, in corso in questi giorni nel capoluogo emiliano. L’aumento di malattie ormai ‘dimenticate’ in Italia “non è causato dai migranti che arrivano in Italia, come qualcuno vuole far credere- afferma Lanari- ma dall’aumento della povertà. Si tratta di patologie tipiche, come la tubercolosi o la scabbia. Se la povertà continuerà a picchiare duro, vedremo se si estenderanno anche ad altre fasce di popolazione italiana”.

Lanari condivide poi le critiche mosse dalle società mediche, come quella di psicoterapia dell’Emilia-Romagna, contro il decreto sicurezza del Governo gialloverde e suoi effetti sui minorenni migranti. “Non è una questione politica- ci tiene a precisare Lanari- ma è una cosa logica e coerente con ciò che dovrebbe fare uno Stato civile per garantire il benessere generale”. Secondo il pediatra, “è funzionale integrare e curare queste persone“. Anche perchè “i bambini lasciati crescere da invisibili con le loro patologie non possono che diventare un vulnus per loro stessi e per l’intera società”. Dunque, rivendica Lanari, “nel nostro Pronto soccorso i minori stranieri vengono sempre accettati e gestiti. Non c’è legge che ci può far desistere da questo”. Già nel 2009, ricorda del resto il pediatra, ci fu una vera e propria sollevazione contro l’inserimento della norma che imponeva ai medici l’obbligo di denunciare i clandestini arrivati in ospedale per le cure.


PSICOTERAPEUTI: DALLA LIBIA MINORI ARRIVANO STRAZIATI

Arrivano sempre più spaventati e “feriti nello spirito” i minori stranieri che sbarcano sulle coste italiane, soprattutto a causa di “questo disastro della Libia”. A lanciare l’allarme è Giancarlo Rigon, presidente regionale della Società di psicoterapia medica in Emilia-Romagna, che già un mese fa ha firmato un documento di denuncia contro gli “effetti negativi” del decreto sicurezza in particolare sui migranti minorenni.

“La nostra è una preoccupazione esclusivamente professionale, non ci sono motivazioni politiche”, afferma Rigon, intervistato dall’agenzia Dire nell’ambito del 75esimo congresso nazionale di pediatria, in corso in questi giorni a Bologna. Prima di tutto, spiega Rigon, “la sospensione dell’iscrizione all’anagrafe impedisce di fatto l’accesso alle cure“, un ostacolo che è “contro la Costituzione e contro la carta dei diritti umani”. La ricaduta sui minori è che “diventa più difficile seguirli“. Con gli adolescenti, continua lo psicoterapeuta, “finora siamo riusciti a fare un buon lavoro ma adesso, essendo caduta la motivazione umanitaria per il permesso di soggiorno, al compimento del 18esimo anno si interrompono i percorsi di integrazione e cura e impedisci loro di avere un futuro, oltre a sprecare tutte le risorse spese fino a quel momento”.

L’intenzione della società di psicoterapia medica dell’Emilia-Romagna è ora portare questa presa di posizione contro il decreto Sicurezza al prossimo congresso nazionale a Torino, chiedendo che venga condivisa. “Con questo disastro della Libia- avverte dunque Rigon- mentre prima ci si limitava a un supporto, ora i ragazzi arrivano con vere ferite nello spirito. Se li segui nel tempo, li recuperi. Se invece ti interrompi, non ce la fai”.

Lo psicoterapeuta riferisce, come esempio, il caso di un ragazzino arrivato dal Senegal. Dopo le prime cure mediche, racconta Rigon, è stato affidato a un educatore che “lo ha seguito per anni”. E finalmente, “dalla settimana scorsa ha un lavoro. Ma ci sono voluti cinque anni- rimarca il medico- serve tempo”. Un quadro simile lo disegna Lorenzo Bellotti, medico di Sokos, l’associazione che a Bologna si occupa di assistenza gratuita per migranti ed emarginati.

ZAMPA PUNGE M5S: MI ASPETTO LEGGE MINORI SOLI NON CAMBI

Mentre il Consiglio dei ministri si appresta a discutere il cosiddetto decreto sicurezza bis, il Governo viene ammonito perchè non venga ‘sabotata’ la legge che tutela i minori stranieri non accompagnati. A spedire l’appello è Sandra Zampa, vicepresidente del Consiglio italiano per i rifugiati, ‘madre’ dello stesso provvedimento approvato dal Parlamento nel 2017, intervistata nell’ambito del congresso italiano di pediatria.

I minorenni, ricorda l’ex deputata Pd, sono coperti da convenzioni e trattati internazionali sui diritti dell’infanzia e la legge Zampa “ha reso esigibili questi diritti. Un provvedimento sostenuto dal centrosinistra e votato all’unanimità anche dall’M5s- ci tiene a ricordare Zampa- quindi mi aspetto che non ci siano ulteriori vulnus”. La vicepresidente del Cir elenca poi i problemi che il decreto sicurezza ha causato i minori soli.

Visto che è stato tolto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, sottolinea Zmapa, occorre “fare per tempo la richiesta di proseguio amministrativo per la presa in carico del minore, al compimento del suo 18esimo anno di età”. Altrimenti il rischio è che l’intero percorso si interrompa. “Ma ha senso investire risorse per la cura, la formazione e l’integrazione di questi ragazzi– si chiede Zampa- e poi ai 18 anni diciamo loro ciao e li facciamo diventare irregolari? E’ una stupidaggine. E’ bene concludere il percorso, se vogliamo il bene della nostra società”.

A Bergamo, ci tiene tra l’altro a rimarcare Zampa, dove è stato costruito un “sistema di integrazione che funziona”, alle ultime elezioni “si è dimostrato che si può vincere anche su questi temi”. In fondo, insiste la vicepresidente del Cir, “se consegni le persone alla clandestinità, non fai del bene di nessuno. La società finisce per accanirsi sempre di più contro chi ti ferma 50 volte al giorno per chiederti l’elemosina, perchè non ha di che vivere, rendendo loro la vita impossibile. Ma dov’è la saggezza nel non curare le persone o nell’alimentare il mercato del lavoro nero? Non è un vantaggio neanche per chi dice che devono venire prima gli italiani”, sottolinea Zampa.

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