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Antimafia, 14 impresentabili nelle liste delle Comunali

In 8 hanno autocertificato il falso, anche con condanne gravi. Ci sono 3 casi di ineleggibilità e tre casi che violano il codice di autoregolamentazione

Pubblicato:31-05-2016 15:06
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:48

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rosy_bindiROMA  – Sono 14 i candidati ‘impresentabili‘ contenuti nella relazione approvata oggi dalla commissione Antimafia: “Di questi 8 persone hanno autocertificato il falso, anche per reati con condanne anche abbastanza gravi. Ci sono 3 casi di cosiddetta ineleggibilità e tre casi che violano il codice di autoregolamentazione”. E’ quanto emerge dall’indagine della commissione Antimafia su oltre 3mila candidati alle prossime elezioni comunali, presentata oggi dalla presidente Rosy Bindi.

La bicamerale si è soffermata sulla situazione dei comuni sciolti per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso o sottoposti ad accesso ai sensi dell’art.143 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267: San Sostene (Cz), Joppolo (Vv), Badolato (Cz), Sant’Oreste (Rm), Plati’ (Rc), San Luca (Rc), Ricadi (Vv), Diano Marina (Im), Villa di Briano (Ce), Morlupo (Rm), Scalea (Cs), Finale Emilia (Mo), Battipaglia (Sa) e Roma capitale.

Delle otto persone che hanno presentato “autocertificazioni mendaci”, sette sono “nominativi di Battipaglia, uno a Scalea”. Bindi, poi, osserva: “A San Luca non si sono presentate le liste per l’ennesima volta; a Joppolo c’è una intricata vicenda tra scioglimenti, ricorsi e situazioni penali del sindaco”.


Altra situazione che preoccupa la commissione è quella di Platì. “Dal 1900- ricorda Bindi- il comune è stato sciolto ben 15 volte e oggi si vota con due liste civiche tutte formate da candidati legati ad amministrazioni precedenti che hanno provocato lo scioglimento”. Il vicepresidente Claudio Fava (Si) aggiunge: “La commissione non assegna patenti di legalità né di antimafia”. Gli strumenti a disposizione della bicamerale, sottolinea, non sono sufficienti a garantire liste pulite: “A Platì nessun candidato viola il codice di autoregolamentazione né risulta incandidabile per la legge Severino, ma ci sono decine di sottoscrittori delle liste e di candidati che hanno comprovati rapporti di amicizia o di parentela con la cosca Barbara e le altre cosche che governano il territorio. C’è il rischio concreto che ci troveremo di nuovo con un comune sciolto e Platì governata per interposta persona dalle cosche”. Insomma, riassume, “si può stare dentro la griglia” definita dall’Antimafia, ma “andare in consiglio per conto di quella cosca che ti fa eleggere”

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