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Visco: “Ripresa deludente, si deve e si può fare di più”

[caption id="attachment_9822" align="aligncenter" width="700"] I. Visco[/caption] "Il tasso di disoccupazione dei

Pubblicato:31-05-2016 11:35
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:48

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I. Visco

I. Visco

“Il tasso di disoccupazione dei giovani è sceso per la prima volta dal 2007, di oltre due punti percentuali. La disoccupazione resta però troppo alta“. Lo dice il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle sue considerazioni finali. “Il suo progressivo riassorbimento, essenziale per offrire adeguate condizioni di vita ai cittadini, è necessario anche per riportare l’inflazione su valori in linea con la stabilità dei prezzi“, sottolinea.

Usciamo lentamente, con esitazione, da un lungo periodo di crisi, non solo finanziaria ed economica”, continua Visco. La ripresa è ancora da consolidare. Le previsioni di consenso indicano per l’Italia il ritorno ai livelli di reddito precedenti la crisi in un tempo non breve; sono deludenti le valutazioni sul potenziale di crescita della nostra economia. Si deve, e si può, fare di più“.

“Per sostenere una ripresa più rapida e duratura- prosegue il governatore di Bankitalia- è necessario il rilancio di investimenti pubblici mirati, anche in infrastrutture immateriali, a lungo differiti; sono importanti un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro”. E anche “il rafforzamento di incentivi per l’innovazione, il sostegno ai redditi dei meno abbienti, particolarmente colpiti dalla crisi. Se i margini oggi disponibili nel bilancio sono limitati, è comunque possibile programmare l’attuazione di questi interventi su un orizzonte temporale più ampio”, aggiunge il governatore.


In rapporto al pil, continua Visco, “gli investimenti restano però ancora molto al di sotto dei valori osservati prima della crisi, su livelli minimi nel confronto storico”. Il governatore della Banca d’Italia propone anche “un rilancio degli investimenti in costruzioni, indirizzato soprattutto alla ristrutturazione del patrimonio esistente, alla valorizzazione delle strutture pubbliche e alla prevenzione dei rischi idro-geologici”, che “avrebbe effetti importanti sull’occupazione e sull’attività economica. Nel nostro paese- insiste- è infatti elevata la quota di territorio destinata a urbanizzazione, ma è ampia la presenza di immobili e infrastrutture degradati, così come modesti sono i progressi sinora conseguiti nella tutela dell’ambiente e nell’efficienza energetica“.

L’ammodernamento del patrimonio urbanistico, quindi, “passa anche attraverso iniziative legislative, che puntino a un più efficace raccordo tra il quadro normativo nazionale e quello locale e alla creazione di condizioni più favorevoli per gli investimenti di operatori privati“. Per quanto riguarda i segnali di miglioramento dell’economia, questi “hanno cominciato a estendersi al Mezzogiorno; ciò nonostante, i divari rispetto al resto del Paese hanno continuato ad ampliarsi. In base alle prime stime disponibili- sottolinea- dopo sette anni consecutivi di recessione il prodotto delle regioni meridionali avrebbe interrotto la sua caduta. Per le aree in ritardo di sviluppo è essenziale sfruttare appieno le opportunità di finanziamento degli investimenti fornite dall’Unione europea”, conclude.

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