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Enzo Avitabile: “A Sanremo il mio omaggio al signor nessuno”

"A Napoli i giovani sono come un punto luce, un'energia che si muove"

Pubblicato:31-01-2018 12:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:25

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NAPOLI –  “Io non so cosa sia Sanremo perché non ci sono mai stato. Ci sono stato solo due volte quando ho vinto le due targhe Tenco”. Così alla Dire Enzo Avitabile sulla sua partecipazione alla gara canora più famosa d’Italia. Un esordio che lo vedrà sul palco del teatro Ariston accanto a Peppe Servillo perché “ci conosciamo da anni e mi piace molto come lui riesce a trasformare la parola in suono e il suono in parola”. “Il coraggio di ogni giorno”, questo il titolo del brano di Avitabile in gara, “è un brano dialogo che continua la tradizione di ‘Black tarantella‘ e ‘Lotto infinito‘. È il mio suono e la mia parola – spiega – è il mio modo di intendere le cose. È un omaggio a tutti i Nessuno, a tutti i signor Nessuno che rivendicano la loro presenza in questo mondo. È un omaggio che partendo da Scampia s’innalza e si espande per il mondo intero”. 

Con 36 anni di carriera alla spalle e alla vigilia della suo battesimo sanremese, alla gara Avitabile sembra non pensare. “Ho già vinto – sottolinea – per il solo fatto che la mia musica sia arrivata ad una manifestazione come Sanremo. Per me è già un grande risultato e poi chi arriva ventesimo non arriva mai ultimo perché si presentano più di 160 artisti e canzoni”. È soddisfatto l’artista napoletano perché la sua “canzone/dialogo” ha passato il vaglio di una commissione e di un direttore artistico, Claudio Baglioni, che rispetta. Non bisogna mai fermarsi, sottolinea, ed il festival della canzone italiana “è un posto dove si può avere una grande visibilità e proporre il proprio suono, la propria parola. Credo molto in questo ecumenismo della parola e del suono e non potevo quindi non partecipare se non con questo mio modo di intendere le cose”.

Vietato fermarsi

Con una carriera alle spalle ricca di riconoscimenti – due premi Tenco, due David di Donatello, due Nastri d’argento, un Globo d’oro e un Ciak d’oro, a cui si aggiunge, nel 2017, il prestigioso Premio Ubu – Enzo Avitabile è convinto che un artista non si debba mai fermare. Bisogna, sottolinea, “mettersi sempre in gioco perché non siamo mai Qualcuno ma neppure un signor Nessuno”. L’alternativa è “restare a casa e diventare una cosa museale”.


Una musica senza inizio o fine

Anche la musica, nella visione del sassofonista, compositore e cantautore partenopeo, non ha inizio e non ha fine perché “è un giro dove il passato ha gli occhi del futuro e il futuro è l’antica conoscenza”. Nell’arte, spiega, non ci sono neppure i concetti di giovane e vecchio. “Per me è attuale ancora Pergolesi che la gente conosce poco. E non credo nella parola ‘giovane’ intesa come contenitore innovativo. Il maestro De Simone (Roberto De Simone, ndr), ad esempio, è sempre innovativo”.

Avitabile e Napoli

Avitabile riconosce però che in una città come Napoli “le nuove generazioni sono fertili” anche se ammette che “la città è sempre fertile, di Napoli non si butta niente”, insomma nella musica e nell’arte “non c’è mai il vecchio e il nuovo, il nuovo e il vecchio. A Napoli c’è tutto, c’è tanto, ci sono i maestri Riccardo Muti e Salvatore Accardo, niente finisce e i giovani sono come un punto luce. Non sono quelli a cui devi dare un consiglio in tono paternalistico, sono un’energia che si muove”.

‘Pelle differente’, il nuovo album di Avitabile

Il festival di Sanremo sarà solo un’altra tappa nella carriera di Enzo Avitabile pronto a lanciare il suo nuovo album. Una raccolta, quella di ‘Pelle differente’, che “è un omaggio alla mia musica in forma canzone. E non alla mia musica totale perché non c’è quella sinfonica, non c’è quella cameristica, non c’è quella corale”, racconta. “Queste sono le mie canzoni dagli anni ’80 ad adesso, anche se non sono tutte”.

Il titolo, ‘Pelle differente’, è un richiamo proprio al rapporto tra l’artista e la sua musica “che diviene a seconda dei periodi che uno vive”. Ed è anche un omaggio ai numerosi “incontri della mia vita da James Brown a Tina Turner passando per Dee Dee Bridgewater, Noa, Franco Battiato e Bob Geldof solo per citarne alcuni”, incontri cui si va ad aggiungere quello con Peppe Servillo in modo che tutto possa ricominciare lì dove è finito qualcosa.

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