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Minori, progetto ‘Fami’ al centro della prima riunione Rete dei garanti per l’Infanzia

Prima riunione, oggi a Roma, della Rete dei garanti regionali e delle Province autonome per l’Infanzia e l’Adolescenza.

Pubblicato:30-11-2018 14:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:51

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ROMA – Prima riunione, oggi a Roma, della Rete dei garanti regionali e delle Province autonome per l’Infanzia e l’Adolescenza, a cui hanno preso parte i garanti di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Molise, Basilicata, Calabria e della Provincia Autonoma di Trento. Presenti in delega anche i garanti di Campania, Sicilia e Marche. I temi affrontati nel corso della prima sessione hanno riguardato il controverso progetto Fami, messo a punto dall’Autorità garante nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, in collaborazione con associazioni private, finanziato dall’Unione europea, tramite il ministero dell’Interno, riguardante i tutori per i minori stranieri non accompagnati.

IL PROGETTO FAMI

Un progetto che ha sollevato forti resistenze tra i garanti regionali e delle Province autonome, principalmente per il fatto che gli stessi garanti e i presidenti dei Tribunali per i minorenni vengono contemplati come destinatari del progetto, anziché partner, visto e considerato che sono proprio loro a formare i tutori e a iscriverli all’elenco e, pertanto, a nessun altro attore è riconosciuta l’accessibilità ai dati.


I TEMI TRATTATI

L’assemblea di Rete ha trattato anche temi che mettono in luce il lavoro di ciascun garante sul proprio territorio: “Visto e considerato che la gestione autoreferenziale della garante nazionale, Filomena Albano, non ha reso possibile il corretto funzionamento della Conferenza nazionale dei garanti regionali e delle Province autonome, si è ritenuto opportuno trovare un luogo alternativo di confronto e di lavoro in rete”. Il Comitato promotore per la Rete dei garanti ha individuato nella collega di Trento, Daniela Longo, la referente per la formalizzazione del progetto, che tra gli obiettivi ha quello di sollecitare la nomina dei garanti nelle regioni mancanti, come Abruzzo, Valle D’Aosta e Toscana, e il potenziamento di quelle regioni, come la Sicilia, che, pur avendo nominato il garante, non hanno tuttavia strutturato i suoi uffici.

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