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Ikea licenzia madre con figlio disabile, da Milano a Bologna si allarga la protesta

Non poteva rispettare il cambio turno imposto dall'azienda a causa delle cure specialistiche necessarie al figlio disabile: licenziata.

Pubblicato:30-11-2017 13:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:56

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Ikea

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BOLOGNA – Non poteva rispettare il cambio turno imposto dall’azienda a causa delle cure specialistiche necessarie al figlio disabile: licenziata.

E’ successo a Marica Ricutti, 39 anni, impiegata da 17 anni all’Ikea di Milano. La donna, sola e con due figli di cui uno disabile, è stata licenziata perchè “cessato il vincolo di fiducia con l’azienda”. A nulla sono serviti i 17 anni di lavoro “senza una nota o un richiamo”, a nulla è servito spiegare all’azienda che, anticipando l’orario dalle 9.00 alle 7.00 di mattina, era per lei impossibile assicurare l’asistenza necessaria al figlio malato. Licenziata.

Immediata la reazione dei colleghi, entrati subito in stato di agitazione per solidarietà nei confronti della collega. Ora, però, la protesta si allarga: non solo gli impiegati di Milano, lo stato di agitazione arriva anche tra i dipendenti Ikea di Bologna.


I delegati del punto vendita di Casalecchio di Reno, infatti, “sicuri di rappresentare tutte le lavoratrici ed i lavoratori” del negozio “nel giudicare questa scelta aziendale incivile e non tollerabile“, hanno comunicato all’azienda l’apertura dello stato di agitazione. Sono sostenuti dalla Filcams-Cgil che diffonde il loro annuncio.

Dopodomani, sabato 2 dicembre, si terranno le assemblee del punto vendita e “non escludiamo che già da subito i dipendenti vorranno dimostrare tutto il loro sdegno verso questa irriconoscibile azienda ed il loro pieno sostegno a Marica”, si legge  in una nota diffusa dalla sigla della Camera del lavoro.

E per l’occasione viene rispolverato “l’appello che già abbiamo espresso nel corso dell’intenso conflitto di due estati fa: Ikea ripensaci“.

Il “licenziamento in tronco di Marica, una collega di Milano già molto colpita duramente nella sua vita” arriva, in una “situazione che le rendeva impossibile accedere con puntualità ai turni di lavoro disposti da Ikea con assoluto disinteresse alla situazione personale di Marica”. E quel che peggiora le cosa, si manda a dire dal negozio di Casalecchio, è che “l’unico aiuto arrivato dalla ‘sensibile’ e storicamente ‘attenta ai propri collaboratori’ Ikea è stato quello di offrire a Marica tutto il tempo per potersi dedicare al suo lavoro di cura della famiglia… la licenziano”.

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