NEWS:

Fatture false, sequestro da oltre 1,2 milioni di euro a imprenditore

Sequestrati due aziende, un appartamento, due garage, un magazzino, cinque auto, tre ciclomotori, e vari rapporti bancari per un valore di oltre 1,2 milioni di euro.

Pubblicato:30-11-2016 13:00
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:21

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

sequestroBOLOGNA – Un sequestro di beni -nello specifico “due aziende, un appartamento, due garage, un magazzino, cinque auto (tra cui una Ferrari F430 Coupé), tre ciclomotori, e vari rapporti bancari”- del valore di oltre 1,2 milioni di euro.

Lo ha eseguito questa mattina nel milanese, nei confronti di un imprenditore “già rinviato a giudizio dalla Procura di Bologna per associazione a delinquere, per essere stato promotore ed organizzatore di un sodalizio dedito alla frode fiscale”, la Guardia di finanza bolognese.

In particolare, fanno sapere i finanzieri, l’imprenditore, “imputato per vari reati di natura economico-finanziaria“, come “emissione di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, e occultamento o distruzione di scritture contabili obbligatorie”, ha fornito “sistematicamente, in qualità di amministratore di fatto e socio occulto di alcune società ‘cartiere’, fatture per operazioni inesistenti a una società con sede nel Comune bolognese di Valsamoggia, operante nel settore del commercio all’ingrosso di articoli di cancelleria”.


Proprio questa società, si legge in una nota, dalle indagini del nucleo di Polizia tributaria di Bologna è risultata coinvolta “in un meccanismo di frodi all’Iva comunitaria (noto come ‘frode carosello’)”. Un sistema “finalizzato, sotto l’aspetto fiscale, all’indebito ottenimento di un’Iva a credito da usare in detrazione o di cui chiedere il rimborso (con conseguenti mancati introiti per l’Erario) e, sotto l’aspetto commerciale, alla possibilità di acquisire e rivendere beni a prezzi inferiori a quelli di mercato, con ripercussioni negative sulla libera concorrenza”.

La misura di prevenzione disposta dal Tribunale ed eseguita dal Gico (Gruppo investigazione criminalità organizzata) di Bologna è il risultato di “accertamenti economico-patrimoniali” svolti sulla base del Codice antimafia, che hanno permesso ai giudici di “disporre, a carico dell’imprenditore, l’applicazione della ‘Sorveglianza speciale’ con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per tre anni“, oltre al “sequestro di una serie di cespiti di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati”.

L’operazione, denominata ‘Tax crime’, rappresenta “la prosecuzione dei sequestri operati a ottobre“, e il secondo intervento della Guardia di finanza bolognese “finalizzato all’aggressione, con misure di prevenzione, di patrimoni illecitamente accumulati da ‘soggetti fiscalmente pericolosi'”, vale a dire quelli che “vivono di traffici delittuosi, o traggono il proprio reddito dai proventi della sistematica inosservanza di norme penali tributarie”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it