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Multa alla Apple, Boccia: “Mostra il fallimento della politica”

Secondo il presidente della commissione Bilancio della Camera serve un adeguamento fiscale

Pubblicato:30-08-2016 09:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:01

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apple logoROMA  – “Oggi l’Europa multa la Apple, domani sarà la volta di altre multinazionali digitali oltre alle inchieste delle amministrazioni fiscali nei diversi paesi. Ma il tema Irlanda e unione fiscale resta, così come resta aperto il tema dei contenuti non pagati o mal pagati, i conti off shore miliardari tollerati solo per le Over the top, o come resta la resistenza di una parte politica che non ha follemente voluto le stesse imposte indirette in tutti i Paesi Ue”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, commenta dalla Silicon Valley, in California, la possibile maximulta della Ue a Apple.

“In italia la base imponibile erosa, dai nostri calcoli supera i 30 miliardi e avere la certezza almeno del pagamento delle imposte indirette avrebbe un impatto redistributivo molto serio in ogni paese. Invece ci sono solo silenzi, salvo poi l’eccitazione collettiva per le multe- dice Boccia- ma le multe, come le inevitabili inchieste fiscali delle principali amministrazioni finanziarie dei grandi paesi europei (quelle italiane su Amazon e Apple, quelle francesi, spagnole e tedesche sulle altre Ott), dimostrano lo scarso coraggio dei vertici politici europei e dei grandi paesi in questi ultimi 5 anni”. Ora, continua Boccia, “è tempo di prendere atto che l’economia è digitale. Quindi tutti devono pagare nello stesso modo ovunque si trovino. L’Europa ci arriva tardi, frenata da una miopia evidente e da lobby ben organizzate. Ora l’importante è che sia conseguente. Non vogliamo un’Europa di sanzioni ma un’Europa giusta ed equa. E sul tema finora hanno vinto gli interessi più organizzati”.

“Quando nel 2013 in Italia ponemmo il tema con una legge, aprimmo un varco serio, poi portato nel 2014 nel semestre italiano di presidenza UE all’attenzione del dibattito parlamentare europeo, ma sono passati invano altri due anni. Ora è tempo di unione fiscale e di scelte perentorie. L’Italia nel 2013 scelse in Parlamento la via delle imposte indirette poi bruscamente interrotta anche dalla miopia dell’attuale maggioranza che il tempo ha messo a nudo- prosegue Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera- vedremo se ora sarà possibile riaprire il dibattito in maniera chiara e netta. E vedremo anche come si muoverà in Italia, sul tema, il principale partito di opposizione, il Movimento 5 stelle, che si è sempre opposto a qualsiasi tipo di tassazione per le multinazionali digitali”.


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