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Ecologia ecumenica: due anni dopo la Laudato si’

Claudio Ferlan per www.mentepolitica.it

Pubblicato:30-07-2017 14:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:35

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Claudio Ferlan per www.mentepolitica.it

 


Sono trascorsi più di due anni dalla cosiddetta enciclica ecologica Laudato Si’, pubblicata il 18 giugno 2015 e la ricorrenza ha dato occasione a iniziative e riflessioni sulla sua effettiva incidenza.


Le Grandi Città

Uno degli appuntamenti più recenti e significativi è stato il Congresso Internazionale«LaudatoSi’ e Grandi Città», tenutosi a Rio de Janeiro tra il 12 e il 15 luglio scorsi, dedicato in particolare alle metropoli latinoamericane, nelle quali vive più del 52% della popolazione del Subcontinente. L’incontro era incentrato su tre temi scelti come fondamentali: acqua potabile, inquinamento ambientale, qualità dell’aria. Gli organizzatori si sono mossi tenendo conto di due obiettivi: uno pratico, volto a diffondere la conoscenza dell’enciclica e contestualmente l’urgenza ecologica; l’altro etico, inteso a sollecitare una presa di coscienza collettiva (l’umanità, gli Stati, le imprese) e individuale nei confronti del pianeta, che va salvaguardato al meglio nel rispetto delle generazioni future.

Il Congresso si è celebrato con il pieno sostegno di papa Francesco, che ha inviato un messaggio ai partecipanti, invitandoli a insistere su tre atteggiamenti (le tre R): rispetto, responsabilità, relazione. A proposito di quest’ultima in particolare, Bergoglio ha sottolineato lo stretto collegamento tra degrado ambientale e sociale, ricordando come, nelle grandi città in particolare, l’isolamento di alcune persone in zone malsane e disagiate sia spesso causa di una povertà che può degenerare in violenza e ritornando sul tema a lui caro delle periferie.

Nel suo messaggio il papaha auspicato poi una maggiore attenzione alla libera disponibilità dell’acqua potabile, la cui «scarsità mette in pericolo la vita di milioni di persone» e ha esortato all’azione, a non «restare a braccia conserte, quando constatiamo una grave diminuzione della qualità dell’aria e l’aumento della produzione di rifiuti non adeguatamente smaltiti». Ha denunciato infine la «crescente mancanza di relazione» nei contesti urbani e ha invitato a rompere «i muri che isolano ed emarginano».

 

Un movimento ecumenico

È ormai un punto forte del dialogo ecumenico l’attenzione al contributo che le religioni possono dare all’ecologia,come testimonia anche il panel interreligioso del Congresso di Rio, dove esponenti cristiani, musulmani ed ebrei hannodialogato sulla necessità del contributo di tutti i credenti nell’agire per la promozione del rispetto del pianeta. La stessa«Laudatosi’» è indirizzata «a ogni persona che abita questo pianeta» (n. 3) e si pone in piena sintonia con le iniziative del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, davvero attento al tema ecologico ormai da venticinque anni.  In una recente intervista John Chryssavgis, consigliere teologico del Patriarcato ecumenico, ha elogiato le recenti aperture del papa,che ha ricordato come la forza dell’ecumenismo stia nel cominciare ad aprirsi, ad andare al di là di noi stessi e delle nostre comunità. Un atteggiamento questo, possiamo dirlo, nel quale non tutto il gregge segue fedelmente il proprio pastore. Chryssavgis ha definito provvidenziale la collaborazione tra i due leader cristiani, aggiungendo: «Ed è anche una benedizione unica che si rapportano con semplicità e fiducia tra loro. Non sono sicuro che dei leader religiosi abbiano preso mai una posizione politica così forte su una particolare questione».

 

Un gasdotto pericoloso

Di ispirarsi anche all’enciclica fanno sapere le suore americane appartenenti alla congregazione delle «Adoratrici del sangue di Cristo», che in Pennsylvania hanno deciso di ostacolarei lavori del gasdotto progettato dalla Williams Partners, bloccando gli scavi con una cappella costruita a mano. Non nuove a gesti eclatanti volti a difendere l’ambiente, le suore sostengono che, nonostante le rassicurazioni della compagnia, i lavori non garantiscono le necessarie condizioni di sicurezza ambientale, né il rispetto degli agricoltori i cui terreni sono interessati dal progettato scavo. I campi infatti non sono in vendita, si prevedono solo degli indennizzi per i proprietari che dovrebbero poi continuare a far crescere i prodotti della terra sopra le nuove tubature, come nulla fosse: un rischio non da poco. La questione ora sarà decisa in tribunale, ma non pare che le religiose abbiano intenzione di cedere nel caso la sentenza dia ragione alla Williams.

Di certo la LaudatoSi’ ha fornito un autorevole punto di appoggio a chi già era sensibile ai problemi ecologici, ma la sfida ulteriore è quella di aumentare il numero degli interessati e degli attivisti.

 

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