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Olio del Lazio alla conquista del mondo, oggi l’accordo Lazio Innova-Unaprol

"I concetti di tracciabilità e rintracciabilità vanno intesi come strumenti operativi a garanzia della qualità, della sicurezza e

Pubblicato:30-07-2015 14:23
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:28

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“I concetti di tracciabilità e rintracciabilità vanno intesi come strumenti operativi a garanzia della qualità, della sicurezza e della trasparenza informativa sulla provenienza degli alimenti e delle materie prime da cui essi sono prodotti”. Così David Granieri, presidente Unaprol, a margine della conferenza stampa organizzata presso l’enoteca regionale Palatium, a Roma, dove Lazio Innova e Unaprol hanno presentato le iniziative per vincere la crisi sul mercato italiano e su quelli internazionali con l’offerta di qualità del vero olio extra vergine di oliva italiano, prodotto dalle aziende olivicole del Lazio. Presenti alla conferenza i presidenti di Lazio Innova e Unaprol, Stefano Fantacone e appunto Granieri, l’assessore allo Sviluppo economico e Attività produttive della Regione Lazio, Guido Fabiani, e Luigi Campitelli, responsabile internazionalizzazione e reti di Lazio Innova.

E proprio Campitelli ci ha tenuto a specificare che “questo è un progetto pilota che ci permetterà di capire come rafforzare l’internazionalizzazione non solo dell’olio extravergine ma del food italiano e del Lazio”. Fantacone ha sottolineato invece quanto strada da fare ci sia ancora: “È molto importante dedicare risorse a questo tipo di progetti, ma se guardiamo ad altri grandi Paesi europei, come Francia e Germania, capiamo come la strada da percorrere sia ancora lunga e di come ci siano ancora tanti margini di evoluzione per l’internazionalizzazione dei nostri prodotti”.


‘Il Lazio: il gusto dell’olio extravergine, la bellezza di un territorio’ è il titolo del progetto che include 26 aziende olivicole del Lazio e prevede azioni di sensibilizzazione del consumatore e commerciali che si svilupperanno fino a giugno 2016 e che toccheranno tre continenti: Europa, con l’Italia ad Expo, l’Asia con la Cina, e l’Africa con il Sudafrica. Il progetto si propone di incrementare il consumo di oli extra vergine e delle olive da tavola di qualità italiana, con un focus sulle produzioni laziali, costruire una strategia di promozione commerciale unitaria e integrata, sensibilizzare i buyer e il trade specializzato oltre a contrastare la concorrenza sleale dell’italian sounding.

“A noi di Lazio Innova- ha aggiunto Campitelli- è ben chiaro che l’olio, così come gli altri prodotti agroalimentari di qualità, è un prodotto bandiera per il nostro territorio, perchè rappresenta la nostra cultura, caratterizza la nostra identità e quindi anche le nostre competenze. Per questo sosteniamo questo progetto, perchè riteniamo che in un segmento fortemente polverizzato come quello della produzione olearia riesca a trovare delle modalità di promozione delle proprie eccellenze facendo lavorare insieme i produttori. Questo è il primo risultato importante: fare in modo che Unaprol svolga una funzione di aggregazione e sostegno ai produttori sul versante della promozione”.

Il progetto, della durata di un anno, prevede, fra le altre cose, l’internazionalizzazione della produzione olearia regionale e italiana, e la difesa del made in Italy dalla concorrenza sleale dell’italian sounding. Proprio sugli strumenti di difesa Stefano Fantacone, presidente di Lazio Innova, ha sottolineato come: “Gli strumenti sono quelli di costituzione di marchi e di certificazioni di qualità, quindi Doc, Dop e tutte le varie strumentazioni che ci sono”.

“C’è- ha continuato Fantacone- una rilevanza che riguarda anche la normativa nazionale, c’è una capacità della autorità di difendere la produzione italiana, di difenderne la qualità distinguendola da quelli che sono i vari tipi di contraffazione. Credo che non ci sia in realtà da inventarsi niente, lo fanno già altri Paesi, il tema è che, come succede in altri campi, da parte nostra c’è sempre una certa disattenzione nel tutelare gli interessi delle produzioni italiane nelle sedi competenti. Non è la strumentazione che manca, è una maggiore capacità di organizzare i nostri interessi nelle sedi internazionali”.

“Le armi per difendersi dalla contraffazione sono più di una- ha aggiunto, conmcludendo, Granieri- e la prima è sicuramente il coraggio, lo stesso coraggio che la Regione Lazio ha dimostrato investendo su un settore strategico per l’agricoltura italiana tentando di portare all’estero il vero 100 per cento italiano. Per difendersi servono poi delle infrastrutture, anche umane, che possano riuscire a capire il valore del prodotto grande coesione, concentrazione del prodotto lavoro sulla qualità e sull’innovazione. Questo è l’anno nero per l’olio italiano, ma è anche l’anno del Piano olivicolo nazionale. Stiamo lavorando per avere una unicità di intenti e avere una interlocuzione privilegiata con quelli che sono gli ambasciatori italiani nel mondo, per poter dare a loro la soddisfazione d’impresa e corrispondere la dignità del lavoro delle imprese olivicole che da 20 anni a questa parte non hanno più avuto perchè il settore è stato dimenticato”.

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