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Sunshine for Palestine, a Gaza l’ospedale è alimentato dal Sole

Per 17 ore al giorno l'ospedale è autonomo e può continuare a lavorare anche sotto le bombe

Pubblicato:11-02-2015 16:04
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:06

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ROMA – Il Jenin Charitable Hospital, a Gaza, è una struttura alimentata al 100% dal sole e a dicembre scorso il numero di accessi all’ospedale “è aumentato del 63%” rispetto all’anno precedente. Ciò è stato reso possibile grazie ad un impianto fotovoltaico, costruito sul tetto della struttura, definitivamente operativo da fine novembre 2014, progettato e realizzato dall’Ong Sunshine4Palestine (S4P).


“L’impianto consente al nosocomio di essere autonomo per l’approvvigionamento energetico per 17 ore al giorno, dalle 7 alle 24, con la produzione di 76 MegaWatt per anno e serve un bacino di 200mila persone, quelle del quartiere di Shijajia, uno dei più poveri e martoriati dagli attacchi di luglio ed agosto 2014. L’autonomia energetica permette al Jenin Charitable Hospital di affrontare la carenza e l’interruzione di energia elettrica che affliggono il territorio della Striscia di Gaza, rendendo operativo l’ospedale anche sotto i recenti bombardamenti”.

La carenza dell’energia “è una vera piaga della Striscia di Gaza– spiega Barbara Capone, ricercatrice italiana all’Università di Vienna presidente di S4P- e per questo motivo abbiamo deciso di intervenire. L’ospedale ha completa autonomia e tutte le sue cliniche (dipartimenti di otologia, dermatologia, medicina interna, psichiatria, chirurgia vascolare, chirurgia urologica, pediatria, ortopedia, pronto soccorso, vari laboratori di analisi ed una farmacia) sono operative ed indipendenti da ogni approvvigionamento energetico”.


Il numero di accessi al Jenin Charitable Hospital di Gaza nel mese di dicembre 2014, primo periodo nel quale il sistema fotovoltaico è stato totalmente installato, “è aumentato del 63% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, quando ancora non era stato installato, mentre in un anno l’impianto ha permesso un aumento del 170% del numero di pazienti trattati dal nosocomio”, segnala S4P.

Come spiega Barbara Capone, ricercatrice italiana all’Università di Vienna presidente di S4P, “abbiamo cominciato a lavorare al progetto nel 2011 insieme all’ingegnere palestinese Haitham Ghanem, che è membro dell’associazione. In quell’anno abbiamo ideato l’impianto in tre moduli, installabili autonomamente l’uno dall’altro, ed individuato il budget necessario per la sua costituzione: circa 100mila euro“.

Nel gennaio 2014, grazie a numerose donazioni, alla raccolta fondi attraverso eventi culturali e ad un finanziamento della Fondazione Vik Utopia Onlus, è stato installato il primo modulo- aggiunge Capone- ciò ha permesso il funzionamento di uno dei piani dell’ospedale per 17 ore al giorno, rispetto alle 4 ore precedenti. Un modulo che ha reso operativo l’ospedale anche sotto i recenti bombardamenti ed ha resistito ad essi”.

Nel novembre del 2014 “abbiamo completato l’installazione grazie ad un concerto realizzato in collaborazione con Stefano Bollani al Teatro Argentina di Roma- conclude- con i proventi del sold out abbiamo provveduto alla fornitura delle batterie che hanno permesso l’accensione dei rimanenti tre dei quattro inverters che costituiscono il modulo, portando l’impianto da 4 a 16 kiloWatt di picco. Inoltre, abbiamo comprato 12 pacchi batteria ed abbiamo realizzato la nuova rete elettrica del secondo piano”.

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