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Lazio. Casa, il bilancio di Refrigeri a un anno dalla delibera sull’emergenza

di Marco Tribuzi ROMA - Meglio in provincia che a Roma. La delibera regionale sull'emergenza abitativa nel Lazio sta portando le

Pubblicato:09-02-2015 14:48
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:06

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di Marco Tribuzi

ROMA – Meglio in provincia che a Roma. La delibera regionale sull’emergenza abitativa nel Lazio sta portando le prime case e l’assessore, Fabio Refrigeri, in un’intervista all’agenzia Dire ha tracciato il bilancio del primo anno del provvedimento che consente di realizzare nuovi alloggi da assegnare a canone ‘popolare’ o costruendole (realizzando operazioni di rigenerazione urbana) o acquistandole sul mercato dell’invenduto.


“Nelle province, dove è più semplice, il meccanismo ha funzionato. Come nel caso di Cisterna di Latina o Viterbo, dove sono state acquistate rispettivamente 72 e 60 case. Questo sistema messo in campo ha prodotto nelle province un pacchetto di quasi 500 nuove case che si stanno concretizzando, alcune attraverso l’acquisto di alloggi, altre con il completamento di opere nella disponibilità dell’Ater”. [PROSEGUE IN ABBONAMENTO]

CREDIBILI 2.000 NUOVI ALLOGGI A ROMA – Realizzare a Roma 2.000 alloggi popolari con i 198 milioni di euro appostati dalla Regione nella delibera per l’emergenza abitativa “è una cifra credibile”, secondo l’assessore regionale alle Politiche abitative, Fabio Refrigeri, intervistato dall’agenzia Dire. Secondo alcuni l’intero fabbisogno sarebbe di 8mila alloggi: “Magari riuscissi a partire con un quarto del fabbisogno, sarei l’uomo più felice del mondo se alla fine di questa esperienza fossimo riusciti a consegnare 2.000 alloggi. Dopodiché penso che non tutti i bisogni relativi all’abitare stiano dentro questa delibera ma anche dentro altre azioni. Ad esempio una parte di quegli 8mila alloggi si può affrontare con altre misure: abbiamo fatto un fondo da 7,5 milioni per giovani coppie che vogliono acquistare casa, l’housing sociale e regolamentare meglio l’edilizia agevolata, tutelando di più il cittadino acquirente”. La situazione nella Capitale è bloccata dall’assenza del censimento “ma l’assessore Danese sembra volerlo fare in tempi abbastanza rapidi” e poi va verificato “se c’è altro patrimonio di Roma Capitale rispetto alle prime indicazioni date: noi siamo già disponibili con Ater a chiudere”. Le “prime indicazioni” riguardano nove scuole dismesse, quando era assessore al Patrimonio, Luigi Nieri, dalle quali “sembra si possano realizzare circa 500 nuove abitazioni”. [PROSEGUE IN ABBONAMENTO]

PRIMI ALLOGGI A ROMA ENTRO 2015, È DOVEROSO
– “Non è illusorio” pensare che nel 2015 a Roma ci sia la prima casa frutto della delibera regionale sull’emergenza abitativa, anzi “dire che è un dovere” per l’assessore regionale alle Politiche Abitative, Fabio Refrigeri. “Rispetto a un tema così drammatico ogni minuto è perso e dobbiamo andare veloci. Si può farer tutto meglio ma qui il tempo non è una variabile insignificante. I tempi giusti della progettazione e della riflessione li abbiamo mesi in campo. Ora il nostro dovere è agire, ognuno per proprio conto, e i tempi sono maturi per correre”, ha aggiunto.

CI SARÀ ATER UNICA E FARÀ HOUSING SOCIALE – La giunta ha le idee chiare: l’Ater del futuro deve essere unica. Via le cinque aziende provinciali per l’edilizia residenziale pubblica e via pure quelle di Roma e Civitavecchia. Un solo cda, un solo collegio dei revisori, un solo direttore generale. Per ora c’è una relazione legata agli interventi da realizzare nell’ambito della spending review ma presto arriverà una proposta di legge, forse proprio ad hoc sulla riforma dell’Ater. L’assessore regionale alle Politiche Abitative, Fabio Refrigeri, ne ha parlato in un’intervista all’agenzia Dire: “Abbiamo portato in giunta la riforma delle Ater perché l’abitare, il disagio e l’emergenza stanno dentro un pachetto molto ampio che ha bisogno di risposte simili ma diverse l’una dall’altra. Tra l’emergenza assoluta di un senza tetto, chi ha un reddito che però non gli consente di cercare casa andare sul libero e mercato e chi vuole costruire un altro percorso ci sono delle differenze. E allora perché unificare le Ater senza perdere i ‘pezzi’ territoriali? Figurarsi se uno che viene dalla provincia non sappia il valore delle decisioni prese nei luoghi ma la governance posso unificarla, facendo un unico centro di spesa, un’unica stazione appaltante e un solo pensatoio che sappia evolvere l’utilizzo dell’Ater come strumento nel mercato degli affitti. Poi, l’operatività può essere garantita o ovunque e magari apro pure più sportelli” .[PROSEGUE IN ABBONAMENTO]

DA GOVERNO ARRIVINO AZIONI PER SOSTEGNO – Dalla necessità di un nuovo piano di case popolari, a nuovi fondi per la morosità incolpevole o per l’housing sociale senza dimenticare la situazione della vendita degli alloggi degli ex enti previdenziali privatizzati che rischia di sommare emergenza a emergenza. L’assessore regionale alla casa, Fabio Refrigeri, parlando all’agenzia Dire ha avanzato alcune proposte per il governo, provando a “elaborare un piano fermando il meccanismo del disagio e introducendo misure. Abbiamo tutta la questione degli enti previdenziali e bombe sociali sull’abitare. Bisogna cercare di mettere insieme il diritto e il rispetto della proprietà ma è un dovere realizzare misure che aiutino chi si trova in una situazione di indigenza dovuta alla perdita di lavoro e non ha la possibilità di pagare un affitto”. Per esempio “aumentare i fondi sulla morosità incolpevole. Va costruito un pacchetto di misure che aiutino le persone e mi auguro che il governo metta in campo misure chiare, accompagnate da un robusto piano a cavallo tra sociale e abitare per non mettere centinaia di migliaia di persone in una situazione di non avere un’abitazione”. [PROSEGUE IN ABBONAMENTO]

NON SOLO EMERGENZA, ECCO ALTRE AZIONI – Gli interventi per provare a tamponare emergenza abitativa ma non solo. L’assessore regionale alla casa, Fabio Refrigeri, in un’intervista all’agenzia Dire ha sottolineato due azioni compiute recentemente per arrivare nel breve periodo a realizzare nuove case a canone calmierato o popolari. Nel primo caso Refrigeri ha ricordato “il protocollo d’intesa siglato tra Regione, Ater e Cassa Depositi e Prestiti per l’accesso al fondo per l’abitare (900 milioni in tutta Italia) che soprattutto nelle altre province pensiamo costituisca un fortissmo elemento per spingere molto sull’housing sociale attraverso le Ater. Sarà uno strumento importante anche per l’area metropolitana di Roma perché lì c’è disponibilità di aree. Le Ater, in possesso di progetti e disponibilità di terreno, possono attingere al fondo che fissa la possibilità di avere alloggi in housing sociale in affitto a 5 euro al metro quadrato, così una casa da 50/60 mq potrà avere un costo mensile di 300 euro, compatibile con gli stipendi di questo periodo”. [PROSEGUE IN ABBONAMENTO]

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