ROMA – Spettacolo, musica e interventi dei maggiori esperti di digitale in una formula comunicativa originale, fra intrattenimento e divulgazione. Il Dig.Eat 2019 non ha tradito le aspettative degli oltre mille iscritti, portando sul palcoscenico del Teatro Eliseo, a Roma, una giornata che, sulle note dei Pink Floyd, si è concentrata sui temi più attuali della digitalizzazione e della privacy, dal nuovo Regolamento Ue alla fatturazione elettronica.
“L’unico modo per consentire a questo sistema Paese di digitalizzarsi è quello di rendere tutti consapevoli attraverso una alfabetizzazione diffusa dei cittadini non sugli strumenti, ma sui loro diritti all’interno di un contesto digitale, a partire dalla trasparenza, e quindi da quello che dovrebbero ricevere dai servizi online di una pubblica amministrazione”, ha detto all’agenzia Dire il presidente di Anorc Professioni e ideatore dell’evento, Andrea Lisi.
La staffetta è cominciata con uno show a firma del commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, Luca Attias e del suo Team, che sulle note di The Dark Side of the Moon ha offerto un quadro della situazione italiana. “L’Italia è un Paese in continua emergenza, tutta la popolazione è consapevole che esiste un’emergenza occupazione, di emigrazione di qualità, di immigrazione, di criminalità organizzata, di evasione fiscale, di corruzione- ha spiegato Attias- Solo una minima parte della popolazione è consapevole però che esiste un’unica emergenza trasversale a tutte le altre e pervasiva, che è l’unica che se affrontata strutturalmente può aiutarci anche in tutte le altre, ovvero l’emergenza digitale“.
Nel corso della giornata, molti gli interventi di spessore di relatori e sponsor, la visita del direttore artistico del Teatro, Luca Barbareschi, nonché la presenza straordinaria del European Data Protection Supervisor, Giovanni Buttarelli.
“Ci sono opportunità straordinarie anche a livello occupazionale e di sviluppo della creatività, perché il regolamento generale dell’Unione europea sulla protezione dei dati si applica a qualunque impresa, anche dal Vermont o dalle Bahamas, che fa marketing in Europa. Però bisogna anche preparare il futuro, perché la tecnologia cambia molto lo scenario: il Gdpr può valere per una decina d’anni, ma il processo di concepimento di qualcosa di nuovo va iniziato già adesso in chiave di idee e va tradotto in qualcosa di concreto entro un quinquennio e poi bisognerà discuterlo, perché anche il Gdpr è stato discusso per almeno 5 anni”.
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