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Giorgia Meloni a Cisterna, attacco al Presidente Mattarella: “Doveva darci l’incarico”

Un attacco al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Giorgia Meloni lo fa dal palco di Cisterna, dove è stata nel pomeriggio ufficialmente per

Pubblicato:30-05-2018 10:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:57
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Un attacco al Presidente della Repubblica Sergio MattarellaGiorgia Meloni lo fa dal palco di Cisterna, dove è stata nel pomeriggio ufficialmente per sostenere il candidato sindaco Mauro Carturan.

Arriva a Cisterna puntuale Giorgia Meloni, arriva da Aprilia, dove non ha neppure preso la parola nel comizio a sostegno del candidato sindaco Domenico Vulcano. A Cisterna invece arriva persino prima del candidato Mauro Carturan, in Piazza Saffi, diventata il cuore della campagna elettorale. Sale sul palco senza aspettare che arrivi il “padrone di casa”, prende la parola, e sembra di essere in campagna elettorale anticipata in vista delle prossime elezioni politiche. Il suo è un attacco duro al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Se da 90 giorni l’Italia è senza governo, due sono i colpevoli: una legge elettorale che Fratelli d’Italia non ha votato perché “noi diciamo no alle cose cretine, no ad una legge elettorale proporzionale con tre coalizioni che si equivalgono. È accaduto quello che dicevamo”. L’altro imputato è il Presidente Mattarella. E qui Giorgia Meloni è un fiume in piena.

La responsabilità è del Presidente della Repubblica, non condivido le sue scelte e qualcuno mi ha denunciato per vilipendio. Qui se vince la sinistra abbiamo la repubblica parlamentare, oggi Mattarella ci parla di risparmiatori ma quando ha controfirmato banca Etruria dove erano i risparmiatori? In quel caso ‘Il Parlamento è sovrano’. Quando vince il centrodestra abbiamo la Repubblica presidenziale. Il Capo dello Stato ha fatto un primo errore – ricostruisce la leader di Fratelli d’Italia -, il 5 marzo doveva dare l’incarico di formare il governo al centrodestra, era l’unica cosa sensata e non l’ha voluto fare. Diceva che non voleva mandare in aula un governo senza maggioranza, peccato che ci manda Cottarelli che non ha preso i voti, non ha un programma, non ha i ministri e al massimo ha i voti del Pd”.


Sul nodo che ha bloccato la formazione del governo Lega – Movimento 5 Stelle, Giorgia Meloni è categorica: “Il Presidente della Repubblica non ha la facoltà di nominare o non nominare i ministri, non è nelle sue facoltà in una repubblica parlamentare. Deve fare altre verifiche ma non sulle idee politiche, perché se vuole scegliere lui i ministri, allora gli italiani devono scegliere il Presidente della Repubblica: è la nostra proposta, scegliere il capo dello stato, il presidenzialismo, abbiamo già depositato la nostra proposta, lo abbiamo fatto in tutte le legislature, raccogliamo le firme e così facciamo la rivoluzione nel nostro ordinamento”.

“Speriamo si possa uscire da questa empasse – aggiunge Giorgia Meloni – diamo una mano a Movimento 5 Stelle e Lega che mi fanno un po’ paura ma siamo aggrediti dalla finanza internazionale”.

Ricorda che se il Presidente della Repubblica vuole un governo amico dell’Europa, è vero che in questi giorni il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e il commissario europeo al Bilancio, Gunther Oettinger, sono stati protagonisti di due diverse esternazioni di cattivo gusto sull’Italia. (tra cui: “I mercati insegneranno agli italiani come votare”).

“Io ho risposto che gli italiani insegneranno ai burocrati cos’è la democrazia. L’ultima volta che lo spread è salito a 600 l’ultimo governo eletto dai cittadini è andato a casa e da allora tutti i parametri sono peggiorati. Francia e Germania si sono comprati mezza Italia, abbiamo perso i nostri gioielli. Ti credo che Macron dice grazie a Mattarella. Bisogna difendere l’interesse nazionale italiano”.

Sul finale c’è spazio per sostenere Mauro Carturan e per invitare i cittadini ad andare a votare sempre, perché, conclude: “Se non hai i poteri forti alle spalle la speranza è che ti sostenga il potere più forte che è il popolo italiano. Bastano 5 minuti per fare una croce o essere patrioti”.

C’è spazio per le classiche foto di rito e poi via verso il prossimo palco per un’altra campagna elettorale.

FONTE: https://www.latinaquotidiano.it/

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