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Canada, la pagina nera degli italiani internati nei campi

Durante la II Guerra Mondiale vennero considerati affiliati del nemico alleato della Germania nazista e proclamati ufficialmente 'enemy aliens'

Pubblicato:30-05-2016 10:12
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:47

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justin-trudeauROMA  – Una triste vicenda storica ne tira in ballo subito un’altra, ugualmente drammatica. Succede in Canada, dove il Primo ministro Justin Trudeau ha fatto pubblica ammenda per una vicenda accaduta 102 anni fa ai danni degli indiani Sikhs, respinti al momento dell’ingresso nel Paese. “Abbiamo imparato e continueremo ad imparare dagli errori del nostro passato”, ha detto. E, a proposito di passato, è la comunità italiana a portargli all’attenzione un’altra vicenda: durante la Seconda Guerra mondiale gli italocanadesi vennero considerati affiliati alla Germania nazista e per questo finirono nei campi di concentramento. Ora la comunità vuole pubbliche scuse. Ecco il racconto delle due tragiche storie.

“Pur sapendo che nessuna parola sara’ in grado di cancellare completamente il dolore e la sofferenza vissuta da quelle persone, presento le scuse piu’ sincere, a nome del governo di Ottawa, per le leggi in vigore all’epoca che hanno permesso al Canada di restare indifferente alla triste sorte poi occorsa ai passeggeri di Komagata Maru. Abbiamo imparato e continueremo ad imparare dagli errori del nostro passato, facendo in modo di non ripeterli piu'”. Queste le parole pronunciate dal Primo ministro del Canada Justin Trudeau il 18 maggio scorso, alla Camera dei Comuni, cosi’ come riporta il quotidiano nazionale Il cittadino canadese.

Le scuse formali arrivano dopo 102 anni e si riferiscono a un episodio molto triste della storia del paese: nel 1914, una nave giapponese con a bordo 376 passeggeri indiani di etnia Sikhs fu rimandata indietro, sebbene si trasse di fatto di cittadini britannici, in quanto quella, all’epoca, era una provincia dell’impero. Quel gesto, oggi molto attuale e che chiamiamo ‘respingimento‘, fu gravido di conseguenze: mentre a 24 persone fu concesso di restare nel paese, gli altri furono rimandati indietro, in India, dove in 19 furono giustiziati dalle autorita’ britanniche, altri finirono in carcere e i restanti fuggirono, dandosi alla macchia. Le scuse ufficiali di Trudeau, pur con molto ritardo, sono state accolte dall’opinione pubblica con favore.


Ma a questo punto il Cittadino canadese – voce della numerosa comunita’ italiana nel paese nordamericano – osserva che e’ venuto il tempo di fare ammenda per un altro spiacevole episodio: per quegli italo-canadesi che loro malgrado finirono nella tempesta della Seconda guerra mondiale, in quanto italiani appunto. Considerati affiliati del nemico alleato della Germania nazista, furono proclamati ufficialmente ‘enemy aliens’ – ‘nemici stranieri’ – e quindi subirono discriminazioni fino addirittura all’internamento per piu’ di 600 di loro in veri e propri campi di concentramento.

In tutto furono 31 mila persone “senza nessuna prova di colpevolezza– osserva il quotidiano- a finire sotto la stretta sorveglianza della Gendarmeria Reale del Canada (Grc)”. Il giornale prosegue: “crediamo sia giunto il momento di lavare una volta per tutte l’onta della deportazione, saldando un debito con la storia e rimarginando una ferita mai completamente cicatrizzata. Il Comune di Montreal- osserva- ha gia’ aperto un solco: tre anni fa, infatti, ha proclamato il 10 giugno Giornata nazionale della commemorazione dell’internamento dei membri della Comunita’ italiana. Ora manca l’ultimo sigillo, quello piu’ atteso: le scuse ufficiali del governo federale”. La testata canadese in lingua italiana prosegue elencando altri gesti che in passato hanno guardato in questa direzione: le scuse, nel 1990, del Primo ministro Brian Mulroney ai “compagni canadesi di origine italiana”. Ma la sede non era istituzionale. Ora la comunita’ degli italo-canadesi – che rappresenta il quarto gruppo piu’ popoloso, con oltre un milione di persone, dopo inglesi, francesi e tedeschi – attende la pubblica ammenda dallo scranno in Parlamento.

“Ci ha provato- ricorda ancora il giornale- l’ex deputato Massimo Pacetti con la proposta di legge C-302 (‘Loi de reconnaissance et d’indemnisation des Canadiens d’origine italienne’), che prevedeva, oltre alle scuse ufficiali, anche la creazione di una fondazione per lo sviluppo di materiali didattici sulla storia italo-canadese e l’emissione di un francobollo commemorativo”. Ma la legge non ha ottenuto l’approvazione finale del Senato. E oggi in Parlamento il deputato liberale Nicola Di Iorio prosegue a battersi per questo diritto: “per noi italo-canadesi- ha spiegato al quotidiano- il 10 giugno del 1940 e’ una data che non potremo mai dimenticare. Ancora oggi, gli italiani in Canada ne stanno pagando il prezzo: i nostri connazionali dell’epoca, poco istruiti, non hanno mai saputo perche’ sono stati internati. Negli anni Cinquanta c’era chi, tra gli italiani, si sentiva in colpa per aver creato un dispiacere al governo. E, negli anni successivi, c’era chi ha continuato a sfruttare quell’ambiguita’ contro gli italiani, facendo ricorso ad insinuazioni ed accuse infondate per costringerli sulla difensiva. Noi- la promessa del deputato Di Iorio- saremo in Parlamento per accertarci che Justin Trudeau presenti le scuse anche agli italo-canadesi: i Sikhs non sono i soli a meritare le scuse nella Camera dei Comuni. La nostra Comunita’ deve essere unita e seguire i suoi rappresentanti, manifestando con insistenza il suo desiderio di essere riconosciuta per il suo contributo e le sue istituzioni, dicendo ‘basta’ a qualsiasi altra forma di diffamazione”, ha concluso.

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