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Veneto: Moretti tenta l’impresa tra i fratelli coltelli Zaia e Tosi

Sono sei i candidati in corsa per la presidenza del

Pubblicato:30-05-2015 12:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:21

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zaia-moretti-tosi Sono sei i candidati in corsa per la presidenza del Veneto, appoggiati da 19 liste con 171 candidati consiglieri regionali. Nella competizione c’è anche il governatore uscente Luca Zaia, appoggiato da Lista Zaia presidente, Fratelli d’Italia-An, Forza Italia, Indipendenza noi Veneto con Zaia, Lega Nord. La democratica Alessandra Moretti, invece, sarà sostenuta da cinque liste (Progetto Veneto Autonomo, Ven(e)to Nuovo, Partito democratico, Lista Moretti presidente, Veneto Civico), mentre il sindaco di Verona Flavio Tosi dalle liste di Area popolare Veneto Autonomo, Il Veneto del fare, Lista Tosi per il Veneto, Famiglia Pensionati, Unione Nord Est, Razza Piave. E ancora, per la presidenza di Palazzo Balbi c’è Jacopo Berti, candidato presidente per il Movimento 5 Stelle, Laura Di Lucia Coletti che si candida per la lista L’Altro Veneto-Ora Possiamo e Alessio Morosin, con la liste Morosin presidente e Indipendenza veneta.

Se buona parte della partita si gioca sull’astensionismo, va preso in considerazione che, nel 2010, l’affluenza fu del 66,41%, già in calo rispetto alle precedenti del 2005 (72,43). Allora, le liste erano 53, i seggi da assegnare 60, mentre oggi le liste sono 19 e i seggi 49, più quello del presidente e quello del secondo classificato, dunque 51 in tutto, dopo l’approvazione di una legge regionale per la riduzione dei consiglieri.

Zaia, ricandidato presidente anche per questa tornata elettorale, nelle scorse elezioni regionali, il 28 e il 29 marzo 2010, guadagnò una vittoria schiacciante sul suo antagonista Giuseppe Bortolussi che si fermò al 29.07%. Il presidente portò a casa infatti, il 60,16% dei voti (quelli di 1.528.386 elettori su un totale di circa 4 milioni di eventi diritto), anche grazie al sostegno del Pdl e dell’Alleanza di centro-Democrazia cristiana. Il suo partito, la Lega Nord-Liga veneta, con una percentuale del 53,16% ottenne il favore di 788.591 elettori e 18 seggi, l’allora Pdl il 24,74% con 555.006 voti (13 seggi), l’alleanza di centro lo 0,81%, con 18.114 voti (nemmeno un seggio). Quanto all’alleanza che sosteneva il competitor di centro sinistra, il Pd arrivò a 738.761 voti (il 29.08% e 14 seggi), l’Idv il 5,32 con 119.396 voti (tre seggi), la Federazione della sinistra l’1,56%, con 35.028 voti (e un seggio). Tre seggi toccarono all’Unione di centro (110.417 voti, il 4,92%), che, assieme all’Unione Nord Est (il 4,92%, 34.697 voti, e un seggio) era nella coalizione che sosteneva Antonio De Poli.


Una scorsa ai risultati delle elezioni europee del 2014 vede il calo dell’affluenza sia rispetto alle regionali che alle precedenti europee. L’anno scorso l’affluenza è scesa infatti al 63,9% (nel 2009 era stata il 73,2%). Quanto ai risultati, c’è stata una netta vittoria del Pd, che ha preso 899.723 voti, il 37,5%, seguito da M5s con il 19,8% (476.305 voti), Lega Nord 364.477 voti (15,2%), Forza Italia 352.788 (14,7%), Ncd-Udc 83.859 (3,5%), Fratelli d’Italia 79.503 (3,3%), Lista Tsipras 65.821 (2,7%).

Quest’anno, dunque, i seggi da assegnare sono scesi a 51, e sono due a Belluno, altrettanti a Rovigo, mentre sono nove per ognuna delle altre province: Padova, Treviso, Venezia, Vicenza e Verona con 4.760 sezioni. A differenza del 2010, si voterà solo il 31 maggio coi seggi aperti dalle 7 alle 23. Non è previsto un eventuale ballottaggio, vincerà chi prende più voti.

In Veneto, infine, a differenza che in altre Regioni non è stata innalzata la soglia di sbarramento. Il che significa che sono ammesse al riparto dei seggi sia le coalizioni che ottengono il 5% dei voti di coalizione, sia quelle composte da almeno un partito che hanno ottenuto il 3% dei voti di lista.
Oltre che per il presidente e il Consiglio regionale, una parte dei veneti sarà chiamata a decidere i sindaci di 34 Comuni su 579.

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