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Rimini, per la tartaruga Matilde è arrivata l’ora di tornare libera

Rimasta impigliata in una rete di pescatori a Cesenatico, è stata salvata e curata per mesi a Riccione. Domani sarà liberata a Rimini

Pubblicato:30-04-2019 11:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:24
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BOLOGNA – Matilde è stata curata, ce l’ha fatta e domani tornerà libera. Matilde è una tartaruga Caretta Caretta ed era stata trovata impigliata in una rete dei pescatori a Cesenatico, in novembre. Si tratta di un incidente che a volte anche in breve tempo può rivelarsi fatale, ma lei è stata salvata e le cure che ha ricevuto per tutto l’inverno nel Centro di recupero cura e riabilitazione delle tartarughe marine di Riccione l’hanno fatta tornare in forze e pronta per il ‘grande salto’. Domani sarà liberata sulla spiaggia di Rimini.

La tartaruga, una giovane adulta, sarà rilasciata in mare dalla spiaggia libera del porto verso le ore 11. Pesa 30 chilogrammi e il suo carapace misura 63 centimetri:  nonostante si sia rapidamente ripresa dallo sfortunato incidente, Matilde è stata costretta nel Centro di Recupero per parecchi mesi fino a quando le condizioni climatiche non hanno permesso di organizzarne il rilascio, dove lei “sulle sue pinne” riprenderà la strada per casa.

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L’incidente di novembre è stato un grande rischio: il 14 novembre la tartaruga era rimasta intrappolata in una rete a strascico a Cesenatico e questo tipo di incidente può avere conseguenze fatali se non si interviene tempestivamente. Infatti i rettili, che devono emergere per respirare aria, rischiano l’annegamento se costretti sott’acqua. 

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Il ritorno della tartaruga nel suo habitat è all’interno delle attività del progetto Tartalife (finanziato dall’Unione europea attraverso il fondo Life+ Natura 2012 e cofinanziato dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali – Direzione generale pesca e dalla Regione Marche). Il Centro di recupero, cura e riabilitazione delle tartarughe marine di Riccione è gestito da Fondazione Cetacea Onlus, centro di riferimento per i recuperi in Emilia Romagna e Marche e di grande importanza in tutto l’alto Adriatico.

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