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VIDEO | Da Beirut a Tunisi fumetti senza frontiere

L'Agenzia Dire al Comicon di Napoli incontra Barrack Rima e Selmi: le storie di migranti protagoniste del fumetto mediterraneo

Pubblicato:30-04-2019 08:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:24
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NAPOLI – “Abbiamo mobilitato dei disegnatori di fumetti tunisini, ma anche di altri Paesi: Barrack Rima in Libano, Migo, in Egitto, Salim Zerrouki in Algeria, e abbiamo avuto uno sguardo globale sulla migrazione nei Paesi arabi e in Tunisia” .Othman Selmi, disegnatore e grafico nato a Tunisi nel 1977, racconta all’Agenzia Dire il lavoro portato avanti nel penultimo numero di ‘Lab 619’.

La rivista e’ pubblicata con periodicita’ irregolare da un collettivo omonimo di disegnatori tunisini, e le storie del numero speciale consacrato alle persone in viaggio sono state esposte nell’ambito della XXI edizione del festival Comicon, a

Othman Selmi (a sinistra)


Napoli. Qui l’agenzia Dire ha incontrato Selmi, che ha parlato del suo racconto disegnato, ‘Il colore del dolore’: “Personalmente, ho incontrato diversi africani che studiavano a Tunisi, o che avevano gia’ un lavoro- spiega Selmi- Le storie raccontano cio’ che subiscono, sia in termini di razzismo da parte dello Stato, perche’ non c’e’ una vera legge che tuteli i loro diritti, sia da parte dei tunisini. Ai migranti non si da’ infatti un diritto reale di mescolarsi con gli altri, di ottenere una casa in affitto, e anche in strada vengono continuamente molestati, sia le ragazze che i ragazzi” “Non e’ stato facilissimo trovare queste persone, all’inizio erano diffidenti- racconta ancora l’artista- Ma quando hanno visto che ci avvicinavamo senza telecamere ne’ microfoni si sono aperti a noi, facendoci le loro confidenze anche con un certa livello di intimita’”.
‘Migrando, gridando, sognando’ e’ il titolo scelto per la mostra conclusasi domenica e dedicata dal Comicon di quest’anno alle storie di migranti nel fumetto mediterraneo. L’esposizione e’ stata presentata da un dibattito al quale hanno partecipato, nel pomeriggio di domenica, anche lo sceneggiatore di fumetti Marco Rizzo e gli artista Barrack Rima e Gianni ‘Gipi’ Pacinotti.

CULTURA. BARRACK RIMA: LA ‘MIA’ BEIRUT RACCONTATA IN UN FUMETTO

“Il fumetto e’ il mio Paese: un Paese senza frontiere, passaporti ne’ bandiere. Ed e’ la mia famiglia: una famiglia orizzontale e non verticale”. Barrack Rima, ospite la settimana scorsa a Napoli per l’ultima edizione del festival internazionale ‘Comicon’, dedicato alle storie disegnate, racconta cosi’ il rapporto con il suo lavoro. L’agenzia ‘Dire’ lo ha intervistato mentre con una stilografica ornata di piuma realizzava schizzi per i suoi lettori, seduto a uno dei banchetti della fiera.

Senza “frontiere” o “bandiere”, ma fortemente legato a una citta’: Barrack Rima, nella sua ‘Trilogia di Beirut’ (Mesogea, 2019), racconta la capitale del Libano attraverso sguardi e momenti diversi.
Le storie, in cui emerge una forte componente autobiografica, si intrecciano con “la” storia del Libano, dalla Guerra dei sei giorni del 1967 al movimento del 2015 You stink, contro la cattiva amministrazione dei rifiuti. Rima completa il primo capitolo della ‘Trilogia’ nel 1995: un tempo in cui, dopo la fine della guerra, “c’era la speranza di rifare tutto da capo, compresi la cultura e il disegno”. Negli anni successivi, l’autore si dedica ad altri progetti, scrive il romanzo grafico ‘Le Conteur du Caire’, e studia cinema, realizzando alcuni film.
Ritorna a ‘Beirut’ nel 2013, quando gli si presenta l’occasione di pubblicare il lavoro in Libano, con la piccola casa editrice ‘Plan Bey’. “Da li’ e’ venuta l’idea di fare un secondo volume – racconta il disegnatore – ‘Beirut Bye Bye’. Quando ho pubblicato, nel 2015, era il periodo della crisi dei rifiuti, e Beirut viveva giorni di grandi proteste contro la corruzione e la cattiva amministrazione. Era un movimento inedito, che per la prima volta univa la societa’ civile in maniera trasversale”.
“Finendo il secondo volume- conclude il disegnatore- ho capito che avevo bisogno di farne un terzo, che mi consentisse di tornare sul passato della citta’, per mostrare che attraverso le diverse tappe della storia il movimento di resistenza alla corruzione, alla violenza e alla guerra continua, non si ferma“. Cosi’, nel 2017 esce il terzo volume ‘Rewind’. Attualmente Rima vive a Bruxelles e fa parte del collettivo ‘Samandal’, dedicato alla nona arte in Libano.


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