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Pensioni, la Corte Costituzionale boccia il blocco della rivalutazione: impatto di 5 miliardi sui conti pubblici

La Consulta boccia il blocco della rivalutazione delle

Pubblicato:30-04-2015 16:43
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:18

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elsa forneroLa Consulta boccia il blocco della rivalutazione delle pensioni al costo della vita per i trattamenti previdenziali di importo superiore a tre volte il minimo Inps (1500 euro nel totale). La norma riguardava gli anni 2012 e 2013 e dovrebbe avere un impatto sui conti pubblici di 5 miliardi di euro.

La Corte Costituzionale, si nella sentenza numero 70 depositata oggi, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 24, comma 25, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (cosiddetto Salva Italia),   nella parte in cui prevede che in considerazione della contingente situazione finanziaria, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici, secondo il meccanismo stabilito dall’art. 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, è riconosciuta, per gli anni 2012 e 2013, esclusivamente ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo Inps, nella misura del 100 per cento”.

“Dopo la vicenda degli esodati un altro clamoroso colpo alla legge Fornero: la sentenza della Corte Costituzionale conferma che la cosiddetta riforma non sta in piedi e che le norme vigenti vanno cambiate” ha commentato Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil. “Ora-ha aggiunto la dirigente sindacale- restituire subito il maltolto ai pensionati, a partire da quelli con assegni pari a tre volte il minimo”.


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