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Maxxi, i disabili mentali sono i custodi della memoria del museo

Così Stefania Vannini, responsabile del Dipartimento Educazione del museo Maxxi di Roma, intervistato dall'Agenzia Dire in occasione della presentazione de' 'Lo Spiraglio FilmFestival'

Pubblicato:30-03-2016 16:56
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:28

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ROMA – “Il Maxxi, per il secondo anno, accoglie il FilmFestival ‘Lo Spiraglio’ dedicato alla salute mentale. Questo evento si accompagna con un progetto che è partito addirittura un anno prima dell’apertura del museo, quando un gruppo di pazienti del Centro di salute mentale della Asl Roma 1 ha iniziato a frequentare gli spazi del museo che ancora erano vuoti, avendo loro per primi questo privilegio. Nel corso degli anni abbiamo così continuato a seguire insieme le attività del museo, a guardare le opere e a curarne l’allestimento e il disallestimento in una sorta di dietro le quinte. Diciamo che il progetto ‘NuovaMente al Maxxi’ (questo il nome dell’iniziativa) li ha resi custodi della memoria più silenziosa del museo e degli aspetti che normalmente i visitatori non hanno modo di vedere”. Così Stefania Vannini, responsabile del Dipartimento Educazione del museo Maxxi di Roma, intervistato dall’Agenzia Dire in occasione della presentazione de’ ‘Lo Spiraglio FilmFestival’, l’evento dedicato al binomio cinema e salute mentale che si svolgerà nella Capitale dal 31 marzo al 2 aprile presso il Maxxi – Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (via Guido Reni, 4A).

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“Nel corso del FilmFestival ‘Lo Spiraglio’- ha proseguito- sabato prossimo 2 aprile, nel pomeriggio, questo gruppo di persone speciali, che sono dei veri e propri mediatori culturali, saranno ognuno davanti alla propria opera per incontrare e dialogare con il pubblico del museo. Questo progetto va quindi avanti nel tempo e si lega ad un’idea di museo spazio-aperto, spazio-d’incontro e luogo di condivisione che cerchiamo di portare avanti con questo e con altri progetti, per accogliere nel museo le persone che solitamente non lo frequenterebbero e mettendo in contatto i tanti pubblici. Quello che ci interessa, infatti, è che ognuno possa esprimere il proprio punto di vista personale- ha concluso Vannini- e lo possa condividere con gli altri”.


di Carlotta Di Santo, giornalista professionista

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