NEWS:

Terrorismo, il procuratore Nordio: “E’ una guerra santa, possono colpire ovunque”

“Non è vero che non corriamo rischi come Belgio e Francia. Dovendoci mettere nei panni dei terroristi, credo che loro abbiano costituito in Italia una serie di cellule silenti, come nel resto d’Europa"

Pubblicato:30-03-2016 10:03
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:28

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

carlo nordio

ROMA – “Sarebbe giusto dire una volta per tutte che siamo in guerra. E che non è guerra, come ha detto il Papa, ispirata dai mercanti di armi o addirittura dall’emarginazione. E’ una guerra religiosa. E’ una guerra santa”. Questa l’analisi di Carlo Nordio, procuratore aggiunto a Venezia, ospite oggi di 24Mattino su Radio 24. “Basta vedere in Pakistan dove i poveri cristiani sono stati vittime non di mercanti d’armi- ha aggiunto Nordio- e’ una guerra santa che un’organizzazione ha proclamato nei confronti dell’Occidente, e possono colpire ovunque, in qualsiasi modo. E bisogna ammettere che è una guerra senza difesa perché un suicida, anche se si aumenta la sicurezza degli aeroporti, colpirà un ospedale, una scuola, ovunque. Questa opera informativa sarebbe doverosa per capire quanto sia necessario raccogliere le nostre forze culturali e militari per combattere questa forma di terrorismo”.

Non è vero che non corriamo rischi come Belgio e Francia. Dovendoci mettere nei panni dei terroristi, credo che loro abbiano costituito in Italia una serie di cellule silenti, come nel resto d’Europa. Queste esplosioni sono punte di iceberg di una polveriera che sta covando”, queste le considerazioni di Carlo Nordio sulla possibilità di rischio attentati in Italia.


Nordio, durante il suo intervento ha poi risposto a chi pensa che gli aeroporti più piccoli siano più insicuri, dopo il caso del terrorista transitato in Italia con un volo low cost: “Questo soggetto è sbarcato nella mia Treviso ma non ha senso dire che gli aeroporti piccoli sono meno sicuri. Quei documenti non erano segnalati dagli organismi internazionali, era uno dei tanti passeggeri che transitano. Il problema è legato all’uso della tecnologia. Siamo ancora fermi all’identificazione con le impronte digitali. Una mappatura del dna a livello globale potrebbe consentire individuazioni di qualsiasi persona, anche quelle non segnalate”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it