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All’Umberto I di Roma l’arte arriva in pediatria per ‘umanizzare’ l’ospedale

Esposte le opere donate dagli artisti dell'associazione 'Arte Altra'

Pubblicato:30-01-2018 16:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:25

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ROMA – Sette opere “che vogliono rappresentare uno stimolo per la fantasia dei ragazzi“, per regalare serenità ai piccoli pazienti del reparto di Pediatria del Policlinico Umberto I di Roma. Sono quelle di artisti, il cui lavoro spesso è coinciso con temi rivolti al sociale, che si sono impegnati per regalare colore e vivacità al reparto dei piccoli degenti.

Protagonisti dell’iniziativa, presentata oggi, il Dipartimento di Pediatria e l’associazione ‘Arte Altra’, mentre le opere sono state donate da Norberto Cenci, Giovanna Castè Gandini, Metello Iacobini, Michel Patrin, Elisabetta Piu, Gabriella Sabbadini, Simonetta Sarti.





“Siamo contentissimi di aver fatto questa operazione all’interno del reparto di Pediatria del Policlinico- ha detto Simona Sarti, direttrice artistica di Arte Altra– Gli artisti molte volte sono impegnati in temi sociali, che si sono differenziati, dalla lotta alla mafia ai diritti umani con centinaia di mostre. Lavorare per i bimbi dà estrema felicità, siamo felici se questo è servito per dare loro un momento di gioia, a rendere questi momenti più leggeri”.



Con Simona Sarti, l’impulso all’iniziativa è stato dato da Metello Iacobini, professore aggregato presso il dipartimento di Pediatria e anche artista per l’occasione.
“Lavoro in questo reparto da più di 35 anni- ha detto Iacobini- Ho conosciuto Simona Sarti, che ha tirato fuori la mia vena artistica, e con lei abbiamo deciso questa iniziativa”.

“Grazie a Simona e agli altri artisti- continua il professore- speriamo di lasciare un piccolo dono ai bambini e che la sofferenza si trasformi in allegria. Abbiamo già avuto riscontro, in attesa di un prelievo o della terapia si fermano e guardano i quadri”.




Per Bruno Marino, delegato per la pediatria e direttore Uoc per cardiologia pediatrica, “quando il ricovero interessa un bambino, cambia la situazione, anche familiare, e nella psiche del bambino. Come pediatri, dobbiamo occuparci prevalentemente dei loro problemi, per i quali vanno in ospedale”. Importante, quindi, “creare un reparto di pediatria che sia umanizzato, che abbia contatti con l’esterno, attraverso i mass media e l’arte”.

Sulla stessa linea Marzia Duse, direttrice della Uoc di Pediatria: “Per anni abbiamo cercato di umanizzare l’ospedale, di trasformarlo in una piccola casa per i bambini. Ma abbiamo visto che non è possibile. In alternativa abbiamo cercato di rendere l’ospedale il più gradevole possibile, di lasciare spaziare la fantasia”.


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