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Expeditions, la cultura del fare ‘in classe’ debutta a Bologna

Mast e Coesia, con l'Ufficio scolastico per l'Emilia-Romagna, insieme per alternanza unica per 700 ragazzi

Pubblicato:30-01-2017 16:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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BOLOGNA – Non solotirocini‘ in azienda, ma una contaminazione a 360 gradi verso il mondo del lavoro tra simulazioni di prototipi, dalla meccanica al packaging, così come attività in team e laboratori intesi come fucine di innovazione.

Cresce -per ora senza timore di imitazioni- “Expeditions“, il progetto di alternanza scuola-lavoro che a Bologna parte schierando ben 700 studenti del terzo anno delle superiori grazie ad un patto di collaborazione ad hoc sancito da Fondazione Mast, gruppo Coesia e Ufficio scolastico per l’Emilia-Romagna.



“Expeditions nel senso che spediamo i ragazzi verso l’impresa, tramite un nuovo viaggio nel mondo della tecnologia e dell’innovazione nel settore manifatturiero”, spiega subito Massimo Bergami della Bologna Business school, anima tecnica del progetto e advisor della Fondazione di Isabella Seragnoli, pronta a fare gli onori di casa sorridente più che mai questa mattina.

In sostanza, l’accordo raggiunto vale tre anni e comincia ora, per un progetto disteso fino a maggio, coinvolgendo i 700 giovani iscritti a sei diverse scuole superiori di Bologna: il liceo scientifico Augusto Righi e gli istituti Belluzzi-Fioravanti, Aldini-Valeriani-Sirani, Enrico Mattei, Rosa Luxemburg, Arrigo Serpieri.

Si parte da qui per acquisire l’esperienza sul campo, resa obbligatoria appunto dalla legge 107 del 13 luglio 2015, attraverso un percorso di apprendimento di tre mesi per 80 ore di lavoro. Sempre all’insegna di un certo grado di innovazione cui tendere, uno staff interdisciplinare, tra prof universitari, ricercatori, manager e ingegneri, stimolerà dunque i ragazzi alla ‘cultura del fare’.

La firma del protocollo d’intesa

Se oggi hanno preso il via i lavori per i primi 100 studenti, dotati anche di una piattaforma web calibrata su modelli di team spirit aziendale, il rettore Francesco Ubertini, tra gli ospiti in sala oggi alla Manifattura di via Speranza, mostra di non avere dubbi: “Si tratta dell’iniziativa più interessante nel suo genere in Italia”.

Ma di cosa si occuperanno esattamente i ragazzi? Expeditions si focalizza su quattro aree di industria meccanica, da 80 ore ciascuna, per l’alternanza scuola-lavoro in ballo: packaging, automazione, marketing dei prodotti industriali e industry 4.0, per un totale di 29 classi coinvolte, 650 ore di didattica, 52.000 ore-uomo di apprendimento, un centinaio di docenti e ‘sherpa’ di accompagnamento agli studenti.

Mentre le lezioni al Mast sono già iniziate, in aula e tra gli ormai tradizionali pannelli interattivi della Fondazione, il chief financial officer di Coesia, Enrico Wallner, evidenzia a sua volta: “Da parte nostra mettiamo 14 persone a disposizione, ovvero giovani ingegneri che stimoleranno gli studenti all’apprendimento di conoscenze codificate ma anche alla creatività e all’entusiasmo, fondamentali. Il Mast e le sue attività, del resto, sono un esempio tangibile della nostra attenzione per i giovani e il territorio”.

Soddisfatto anche Stefano Versari, direttore dell’Ufficio scolastico dell’Emilia-Romagna, che segnala: “In terza superiore a livello regionale contiamo 37.000 studenti, 7.800 a Bologna. Quelli coinvolti qui, quindi, sono quasi il 10% dei ragazzi rispetto al totale degli istituti locali. Grazie al Mast e a Coesia- riconosce Versari- si avvia oggi un modello alternativo di alternanza, che consentirà di sviluppare nel triennio ulteriori opportunità per arricchire l’offerta formativa delle nostre scuole”.

Bergamo, Versari, Wallner

Appunto, l’esperienza di scuola-lavoro bolognese non ha sostanzialmente eguali a livello nazionale e anche nell’innovativa Emilia-Romagna non si registrano esperienze del genere, anche se l’assessore regionale a Scuola e Lavoro, Patrizio Bianchi, avanza sposando l’iniziativa oggi alla firma al Mast: “In queste esperienze è fondamentale il metodo, possiamo iniziare da qui per poi estendere il modello ‘del fare’ anche ad altre realtà più o meno vicine. Continuiamo a ricevere molte richieste in questo senso, il percorso proseguirà”.

di Luca Donigaglia, giornalista professionista

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