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Commissione Giustizia, Minoranza: “Quale inciucio Dc-Rete?”

[caption id="attachment_86428" align="alignleft" width="300"] Palazzo Pubblico[/caption] SAN MARINO - Le opposizioni

Pubblicato:30-01-2017 14:37
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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Palazzo Pubblico

SAN MARINO – Le opposizioni fanno fronte comune contro le accuse di “inciucio” lanciate nei loro confronti da Adesso.sm.

In apertura delle seconda sessione consiliare di gennaio, al comma comunicazioni, va in scena il battibecco iniziato fuori dall’Aula, nei giorni scorsi, a suon di comunicati stampa, sulla nomina di Gian Carlo Venturini, Pdcs, a presidente della Commissione consiliare Giustizia.

Federico Pedini Amati, Md-Si, sottolinea come la sua stessa nomina a presidente della Commissione Antimafia sia avvenuta all’unanimità, non certo, puntualizza, come controparte di un’eventuale intesa con l’altra coalizione di minoranza. Eppure, “hanno voluto trovare l’inciucio quando non c’era”, fa notare, accusando la maggioranza. “Ci siamo stancati di essere presi in giro- prosegue, rivolgendosi poi ai consiglieri di Adesso.sm- i ragionamenti non li fate solo voi che vi ritenete l’elite”. Infine, si fa scappare una battuta, parlando a livello personale: “In campagna elettorale ho dichiarato che non avrei fatto alcuna alleanza con Ap, che oggi è in Rf- ironizza- e se devo scegliere tra Ap e Dc, io scelgo la Dc”. Anche Marco Gatti, segretario del Pdcs, punta il dito contro le intrusioni di campo sulle scelte della minoranza: “Sono rimasto disgustato- riferisce- da come Adesso.sm voglia decidere chi nell’opposizione deve fare il presidente in commissione, perché non va bene che la Dc indichi un’ex segretario di Stato alla Giustizia”. Gatti sgonfia la tesi dell’accordo con Rete: “Se ci sono assegnazioni che deve fare la minoranza, si dibatterà tra le forze di minoranza- osserva- è la politica, non vuol dire che vogliamo fare chissà quali sotterfugi”.


Il capogruppo Pdcs, Alessandro Cardelli, prende poi le difese del neo presidente della commissione Affari Giustizia. “Gian Carlo Venturini ha portato grandi risultati quale segretario alla Giustizia nella precedente legislatura- sottolinea- ha portato più di 50 provvedimenti, leggi e decreti che hanno rivoluzionato la giustizia, leggi importanti, grazie a cui oggi la magistratuta può fare interventi di rottura con il passato”. Tutto ciò prosegue, va riconosciuto e “per questa ragione lo abbiamo voluto nominare presidente”.

Da parte di Rete, il capogruppo Roberto Ciavatta, punta il dito contro le notizie diffuse da Adesso.sm: “Dice cose che non rispondono a verità- denuncia- ovvero che Rete poteva impedire la nomina in Commissione giustizia di Venturini alla presidenza”. Quindi riporta la questione nella pratica politica: “Ci sono commissioni con diverse nomine- spiega- bisogna indicare quale gruppo ha diritto di nominare, ci sono pesi diversi, la Commissione Giustizia è la più importante e la sua presidenza è stata scelta dalla Dc, a noi, come secondo partito di minoranza, è andata la scelta della commissione Antimafia, allora qui ci sarebbe stato l’accordo con la Dc”. Quindi rimarca la distanza di Rete da tutti: “Ho già detto che con la Dc non c’è possibilità di collaborazione- conferma, parlando poi con la maggioranza- avete la strada spianata e invece dimostrate arroganza”. Sempre dal fronte della minoranza, Denise Bronzetti, Ps, si dice fortemente preoccupata “per il livello di livore che si scatena su una questione politica assolutamente normale”. Infine, Iro Belluzzi, Psd, alla luce delle osservazioni critiche sull’ex segretario di Stato Venturini, sollecita la maggioranza a chiarire se esistono criticità nell’amministrazione della giustizia attuale: “E’ forse la motivazione indicata oggi- chiede- per accreditare la discontinuità nella gestione della Commissione affari giustizia?”.

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