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“Referendum Atac, serve l’election day con politiche e regionali”

I Radicali, promotori del referendum, chiedono l'election day alla sindaca Raggi: "In caso contrario, inutile spreco di risorse pubbliche"

Pubblicato:29-12-2017 10:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:18

sciopero mezzi
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ROMA – “Manca ormai poco alla data limite del 31 gennaio entro cui la Sindaca Raggi dovrà indire il referendum “Mobilitiamo Roma”, per la messa a gara del servizio di trasporto pubblico nella capitale, grazie al quale due milioni e mezzo di romani andranno alle urne per pronunciarsi su un argomento cruciale per la loro vita quotidiana e per lo sviluppo della città“. Così Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli, rispettivamente segretario di Radicali Italiani e di Radicali Roma, in una nota congiunta.

“Poiché, a norma di Statuto, i referendum comunali devono essere indetti in una data che va da marzo a giugno, e vista l’imminente scadenza elettorale nazionale e regionale che avrà luogo il 4 marzo- spiegano- riterremmo incomprensibile se la consultazione referendaria non dovesse essere convocata nello stesso giorno delle elezioni: sia per evidenti ragioni di risparmio per le casse di Roma Capitale (il recente referendum in Veneto, tanto per fare un esempio, è costato circa 14 milioni di euro, per un corpo elettorale neppure doppio rispetto a quello della capitale), sia per altrettanto evidenti motivi di carattere organizzativo (indirlo in una data diversa significherebbe per l’Amministrazione comunale dover predisporre e organizzare tutto in completa autonomia, senza l’assistenza del Viminale)”


“Riteniamo quindi che indire il referendum per il 4 marzo sia, da parte della Sindaca, l’unica opzione responsabile– concludono i Radicali- come del resto suggerito anche da un ordine del giorno presentato nei giorni scorsi da Roberto Giachetti e approvato dalla Camera dei Deputati. In caso contrario, Raggi dovrà rispondere ai cittadini romani di un inutile spreco di risorse pubbliche, che si potrebbe spiegare soltanto con il tentativo, da parte di un’Amministrazione che si è già dichiarata pubblicamente contraria al quesito proposto, di scoraggiare in ogni modo la partecipazione popolare”.

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