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Bologna, ‘il Che’ nelle cucine popolari: Juan Martì pranza e ricorda suo fratello

Juan Martin Guevara, il fratello del Che, fa capolino alle Cucine popolari di via del Battiferro a Bologna per presentare il suo libro

Pubblicato:29-11-2017 18:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:56

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BOLOGNA – Juan Martin Guevara, il fratello del Che, fa capolino alle Cucine popolari di via del Battiferro. A Bologna per una due-giorni di impegni istituzionali, passa anche dalla mensa di Roberto Morgantini per il firmacopie del suo libro autobiografico “Il Che, mio fratello”. Ad assistere anche l’assessore comunale Matteo Lepore e la presidente di Anpi Bologna Anna Cocchi.

Guevara arriva alle 13 circa, tra sorrisi, abbracci e selfie. Lui, però, non si definisce scrittore: “Non sono uno scrittore- puntualizza- ho solo scritto questo libro, che ha avuto sì successo in tutto il mondo, ma solo grazie a mio fratello… L’obiettivo è di far capire che era una persona come tutti noi, che aveva un papà, dei fratelli… Insomma, cercare di renderlo umano“.

Compito arduo, perchè le due anime del Comandante, pubblica e privata, si mescolavano in continuazione: “Ernesto era il mio fratello di sangue, ma anche il mio compagno di lotta“, spiega Juan Martin, che pure è stato militante politico nelle fila del Partito rivoluzionario dei lavoratori.


E, in merito alla celebre foto di Alberto Korda stampata su t-shirt e poster in tutto il mondo, che lo ha consacrato a icona rivoluzionaria, definita eccessivamente ‘seriosa’, spiega: “Era a un funerale dopo un attentato ed era concentrato e addolorato, ed è rimasta quell’immagine. Ma se noi guardiamo la maggioranza delle immagini che esistono di mio fratello quasi sempre sono sorridenti e molto allegre“.

Dopo aver risposto ai cronisti, Guevara comincia ad autografare le copie del libro e si concede anche a qualche selfie con i presenti. In mezzo alla sala il gruppo musicale intona la celebre canzone di Carlos Puebla dedicata alle gesta dell’eroe della rivoluzione cubana. Scoccata l’ora di pranzo, però, è il momento della tagliatella: il simbolo dell’accoglienza bolognese per eccellenza.

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