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Filomeno Lopes: “La mia Africa in cerca di se stessa”

Il libro di Filomeno Lopes presentato a 'Radio Vaticana'

Pubblicato:29-10-2018 13:58
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:43

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ROMA – Una riflessione storica e critica, filosofica e politica che muove dalle sofferenze del “popolo” per andare in cerca di visioni nuove per i Paesi subsahariani e in particolare le ex colonie portoghesi: a proporla ‘Filodramatica’, libro del giornalista e scrittore Filomeno Lopes, presentato al Festival dell’ottobre africano. “Se non guardiamo al passato non abbiamo la possibilità di recuperare la giustizia e il senso dell’incarnazione di Cristo nella storia” la premessa di Paolo Ruffini, prefetto del dicastero delle Comunicazioni della Santa Sede. Innesco, il suo, nella sede di ‘Radio Vaticana’, anche al ricordo delle speranze suscitate in Africa dall’impegno di Paolo VI in favore della lotta di liberazione anti-coloniale. Un riferimento che torna, nell’opera di Lopes, è l’udienza accordata dal Papa il 1° luglio 1970 ad Amilcar Cabral, Agostinho Neto e Marcelino dos Santos, dirigenti di Guinea Bissau, Angola e Mozambico allora etichettati come “ribelli” e “terroristi”.

Il libro è però anche riflessione sul dovere dell’intellettuale all’impegno politico, evidenzia Jean-Leonard Touadi, giornalista, scrittore ed ex deputato: “La responsabilità personale del filosofo rispetto al suo tempo, al suo luogo, è un’esigenza che attraversa, informa, dà forma a ‘Filodramatica’”. In questa prospettiva andrebbero collocate le ricostruzioni storiche proposte da Lopes, con citazioni di Cabral e altri dirigenti indipendentisti. “Con Nelson Mandela è tramontata la generazione dei leader che prima di agire avevano un progetto politico pensato e elaborato” sottolinea Touadi. Convinto della necessità di una presa d’atto dolorosa: “Dopo aver combattuto il colonizzatore oggi ci troviamo a fare i conti con la violenza dell’africano contro l’africano, dal doganiere che tartassa le madri che fanno la spola tra Brazzaville e Kinshasa per vendere le loro mercanzie fino al saccheggio delle risorse operato dalle multinazionali”. Secondo Touadi, “oggi i politici africani si sono ricavati il ruolo di intermediari d’affari tra il mondo esterno e i loro territori”.

“O povo”, il popolo tante volte citato da Lopes, sarebbe allora colpito da una doppia solitudine, vittima dei meccanismi internazionali ma anche dei suoi stessi dirigenti.
In ‘Filodramatica’, però, la prospettiva è sempre positiva. Lo testimoniano i documenti audio e video che corredano il volume, intitolati ‘Pensar para Melhor Agir’, ancora una citazione di Cabral.
“L’obiettivo è sempre favorire una riflessione sulle tematiche attuali, per stimolare le persone attraverso la presa di coscienza e lo spirito critico” sottolinea Cinzia D’Auria, antropologa e cineasta.
Un messaggio rilanciato da monsignor Gabriel Mbilingi, arcivescovo di Lubango e presidente del Simposio delle Conferenze episcopali d’Africa e Madagascar. Al centro del suo intervento le parole “dignità” e “pensiero”, con un nuovo richiamo al magistero di Paolo VI: “Il Papa che per noi in Africa rappresenta una svolta importante, ancora oggi fonte di ispirazione”.


FILOMENO LOPES: LA MIA AFRICA IN CERCA DI LEADER E IDEE

“Il peggio che può capitare a un popolo è smettere di pensare con la propria testa” scandisce Filomeno Lopes. Giornalista e scrittore, parla con l’agenzia ‘Dire’ del suo ultimo libro, ‘Filodramatica’, riflessione e analisi su “una crisi di coscienza storica” che sta investendo l’Africa e non solo. Al centro dell’opera ci sono le ex colonie portoghesi, come la Guinea Bissau di Lopes, colpite dall’assenza di riferimenti e di idee. “C’è stata una prima fase dalle indipendenze, fino a Nelson Mandela, con grandi leader” la premessa dello scrittore. “Dopo abbiamo cominciato ad avere problemi immensi con i colpi di Stato e con l’arrivo di sempre più capi, finché non abbiamo avuto tanti capi ma nessun leader con un ideale”.

Con i programmi di aggiustamento strutturale la questione della leadership si è aggravata, secondo Lopes: “Il Fondo monetario e la Banca mondiale dicevano: ‘Non dovete più pensare, dovete solo contenere le spese, controllare il deficit e privatizzare, perché al resto pensiamo noi'”. Secondo lo scrittore, “i capi sono diventati semplici manager di progetti altrui”. Un dramma che per altro non affliggerebbe solo l’Africa: “Questo problema oggi sta colpendo anche il sud dell’Europa, Italia compresa, perché non c’è più leadership e chi pensa è altrove”. Nell’intervista, nella sede di ‘Radio Vaticana’, anche una citazione di Antonio Gramsci. “Dobbiamo accettare la sua sfida quando dice che la storia insegna sempre, ma purtroppo non ha scolari” sottolinea Lopes: “Ripartiamo da qui, senza scoraggiarci”.

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