NEWS:

Le start up della Calabria ad Expo: saremo i Dolce e Gabbana dell’agroalimentare – Guarda le VIDEO INTERVISTE

MILANO - Dalle tradizioni all'innovazione, dagli usi degli

Pubblicato:29-09-2015 13:43
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:35

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

Calabria ExpoMILANO – Dalle tradizioni all’innovazione, dagli usi degli anziani alle idee dei giovani, in una miscela di vecchio e nuovo per lanciarsi con coraggio nelle nuove sfide che riserva il futuro. La quinta giornata de ‘La settimana del protagonismo’ della Calabria all’Expo di Milano è sicuramente quella che più di tutte rappresenta l’orgoglio regionale calabrese nelle vesti degli under 40, quei giovani che solitamente si dice fuggano dal Sud, in un processo di abbandono che per decenni ha visto languire terre ora invece pronte ad affrancarsi con tutte le proprie risorse, sia dal punto di vista produttivo che da quello umano e sociale.

Osvaldo De Falco, Antonio Pagliaro ed Enzo Marascio sono stati i protagonisti della mattinata che si è sviluppata illustrando al pubblico del padiglione del Corriere della sera le presentazioni di tre distinti progetti di innovazione che hanno saputo unire nuove tecnologie alle risorse ancestrali che la terra calabra e non solo sa offrire. Un esempio brillante di start up proprio quella ideata dal giovane De Falco, che ha ideato un progetto chiamato Biorfarm, “un’idea nata a Milano mentre seguivo un master di progettazione che poi ho lasciato per tornare in Calabria- ha dichiarato all’agenzia Dire- Accadde che un giorno, uscendo fuori per fumare una sigaretta, ho notato come tutto intorno a me fosse tutto grigio, e in quel momento ho sentito una forte nostalgia della campagna e delle mie origini. In seguito, parlando con una mia compagna di corso di agricoltura pensammo insieme che sarebbe stato bello riuscire a portare del verde e della natura in città, immediatamente ci siamo chiesti come poterlo fare, ed ecco che ci è nato lo spunto della nuova tecnologia”, l’unico mezzo possibile per poter “portare digitalmente e virtualmente la natura all’interno delle case attraverso computer, smartphone e tablet”.


Lungo questo trait d’union che lega agricoltura e nuove tecnologie, ecco che dunque è nato il progetto, ribattezzato anche ‘Adotta una pianta’, una sorta di via Calabria Expo1di mezzo tra un social network e uno shop online: “L’utente, su biorfarm.com, tramite l’adozione a distanza di alberi esclusivamente biologici, diventa agricoltore digitale”, ha spiegato il giovane imprenditore, sottolineando come un agricoltore biologico sia colui che “come un tamagochi, da qualsiasi dispositivo, può seguire la crescita e la cura biologica dell’albero che ha adottato: dà un nome all’albero, sceglie la posizione, lo vede e ha un contatto diretto con l’agricoltore che si prende cura dell’albero” per poi ricevere, a 24-48 ore dal raccolto, “i frutti freschi di quella pianta, spediti in giornata, di cui si conosce perfettamente origine e qualità”. Una bella invenzione, considerando l’annullamento spazio-temporale che un canale come internet può dare.

De Falco però non è il solo giovane calabrese che si può fregiare di aver inventato una filiera produttiva innovativa: interessantissimo anche il progetto fondato e lanciato da Antonio Pagliaro, altro giovane imprenditore titolare della start up chiamata ‘Revoilution’, che si impegna a utilizzare il meglio dell’innovazione tecnologica per restituire gusto e genuinità a uno dei prodotti che maggiormente contraddistinguono la Calabria e l’Italia nel mondo: l’olio. Più strutturata rispetto a quella di Biorfarm, la start up nasce dalla volontà di offrire, come ha detto lo stesso Pagliaro, “un’esperienza unica al consumatore”. Il progetto concerne quello che può essere considerato una specie di frantoio domestico dalle sembianze di un elettrodomestico multiuso, quelli che negli ultimi anni sembrano andar per la maggiore nelle case degli italiani, alla luce dei dati che ci indicano un incremento del 15% negli acquisti di tali utensili.

‘Revoilution’ è dunque un’apparentemente ordinaria tecnologia da cucina che permette di spremere le olive e che si comporta per quanto riguarda tempi e modalità, come un frantoio vero e proprio: “Basta inserire le olive da sopra- ha spiegato il giovane imprenditore- che forniamo noi o che ciascuno si può procurare separatamente. Puoi usare tutte le varietà che vuoi e non occorre snocciolarle. Queste olive poi vengono frantumate dal frangitore per passare successivamente alla fase della moratura, della durata di 25 minuti, in cui si attivano i polifenoli e tutti gli altri elementi costitutivi di un ottimo olio d’oliva”. In sostanza stiamo parlando di un frantoio domestico che può non solo arricchire l’esperienza del consumatore, sia esso un semplice appassionato di olio o un ristorante pronto ad offrire ai suoi clienti un prodotto ‘top’: “In fondo il cibo di lusso è oggi quello che la moda era negli anni Ottanta. Il nostro obiettivo, seppur ambizioso, è quello di essere i Dolce e Gabbana del settore agroalimentare”.

Expo CalabriaSull’onda della volontà di reinventarsi, ecco che il ‘Muscolo di grano’ si inserisce alla perfezione in un settore come quello prettamente alimentare che sta vivendo un’epoca di profonda trasformazione, soprattutto in termini di consapevolezza. Quasi per caso il commercialista calabrese Enzo Marascio si è trovato a dover rinunciare alla carne per motivi di salute. Questo lo ha portato a virare il suo fabbisogno nutritivo verso alimenti che potessero sostituirla e ha scoperto che anche il grano, come la carne, ha cotenna e muscolo: “Un alimento comunque diverso dai prodotti orientali vegani, come il seitan- ha spiegato l’inventore- che a differenza del muscolo di grano ha un sapore diverso, grazie all’aggiunta dei legumi”.

Insomma, ecco dalla Calabria alcuni esempi di “segnali molto incoraggianti e molto positivi che riguardano la ricerca, l’innovazione e la possibilità di creare lavoro”, come ha ricordato Menotti Lucchetta, dirigente regionale del dipartimento Istruzione, Ricerca e Alta formazione: “Si pensi che nel solo 2014 il registro delle imprese innovative ha segnato un incremento del 253% di iscrizioni, a testimonianza chiara di come il contesto all’interno del quale le imprese innovative nascono stia decisamente mutando”.

di Nicola Mente – giornalista

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it