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Volano i furti di medicinali in ospedale, solo 1 farmacia su 7 è sicura

I farmaci più 'ambiti' sono i più costosi, antitumorali in testa. Una volta sottratti finiscono nelle cliniche illegali, utilizzati come droghe, destinati alle cure di criminali latitanti e riciclati come dopanti

Pubblicato:29-09-2015 11:03
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:35

sifo_farmaci
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BOLOGNA – I furti di medicinali negli ospedali? Solo tre farmacie ospedaliere su 21 sono sicure. Altre 12 hanno lacune che andrebbero colmate e sei sono totalmente inadeguate dal punto di vista della sicurezza. E’ quanto emerge da un’indagine realizzata dall’area logistica e innovazione Sifo (Società italiana farmacisti ospedalieri e dei servizi territoriali) nell’ambito del progetto Padlock, avviato nei primi mesi del 2014 con il contributo incondizionato di Roche per mettere un freno al fenomeno dei furti di farmaci, promuovere la prevenzione del fenomeno e la messa in sicurezza delle farmacie ospedaliere. Padlock ha preso il via nel 2014 prendendo spunto dai dati del fenomeno dei furti, che sembrano essere una vera e propria piaga: in Italia un ospedale su 10 subisce un furto ingente, con un danno medio di 250.000 euro, e solo nei primi cinque mesi del 2014 ci sono stati 37 ‘colpi’, a fronte di 68 casi registrati tra il 2006 e il 2013.

Tra i farmaci più ‘ambiti’, ci sono gli antitumorali, rubati in 52 casi tra il 2006 e il maggio 2014 per un totale di quasi 11 milioni di euro. Proprio sulla base di questi dati, il progetto Padlock è andato a studiare i sistemi di protezione delle farmacie ospedaliere, sviluppando un’analisi dei rischi realizzata con l’ausilio della Scuola Superiore Sant’Anna e di Logplus srl. Sono state esaminate 21 farmacie ospedaliere di differenti dimensioni (un campione di piccole, medie e grandi), valutando il rispetto di alcuni parametri, come per esempio la presenza di telecamere o sensori, il controllo degli accessi e le procedure di emergenza.

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La conclusione è solo tre farmacie su 21 (una su sette) sono risultate mediamente sicure. La maggioranza non raggiunge la sufficienza (dodici strutture) e in altre sei la situazione è ancora più critica: vengono classificate infatti come gravemente inadeguate. Il primo approccio verso la soluzione a tutto ciò è contenuto nelle Linee guida per la farmacia ospedaliera, che verranno presentate al congresso nazionale Sifo, in programma a Catania dal 22 al 25 ottobre. Per fermare i furti è quindi necessario implementare a monte la sicurezza delle strutture, incentivando per quanto possibile la centralizzazione delle scorte, ma anche e soprattutto potenziare le misure di sicurezza, proteggere meglio i farmaci e migliorando le procedure di attivazione dell’allarme e di gestione dell’emergenza.

“I farmacisti della Sifo sono impegnati a contrastare i crimini farmaceutici”, spiega Marcello Pani, responsabile Area logistica e innovazione Sifo e referente del progetto Padlock. Pani ricorda anche un’altra ‘mossa’ messa in campo dalla Sifo per prevenire i furti negli ospedali e cioè “la pubblicazione di un decalogo Nas-Sifo per la prevenzione e la gestione dei furti di farmaci nei servizi farmaceutici e territoriali”. Un elenco di suggerimenti e ‘regole d’oro’ per proteggere meglio i farmaci: tra questi, si consiglia di installare un sistema di telecamere a circuito chiuso, predisporre magazzini ‘off limits’ e stipulare polizze ad hoc. Ma sono utili anche semplici accorgimenti, come quello di non esagerare con le scorte, facendo acquisti contenuti e più frequenti. Per abbattere il numero dei furti e per tutelare “la sicurezza sanitaria dei cittadini”, prosegue Pani, oltre a Padlock Sifo collabora anche con Aifa per la creazione di una banca dati condivisa, sottolinea Pani, utile per poter monitorare i dati.

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La necessità di mettere un freno ai furti deriva dal fatto che il fenomeno sta diventando insostenibile per il Sistema sanitario nazionale da un punto di vista economico (il numero di furti è pesantemente aumentato e di pari passo è aumentata l’entità), oltre che rischioso per la salute, dal momento che i medicinali che vengono rubati si deteriorano subito e possono essere pericolosi. I farmaci più ‘ambiti’ sono i più costosi, antitumorali in testa. Solitamente, una volta sottratti, vengono dirottati nelle cliniche illegali, utilizzati come droghe, destinati alle cure di criminali latitanti e riciclati come dopanti nel mondo sportivo. Secondo il rapporto Transcrime (Centro di ricerca sulla criminalità transnazionale della Cattolica di Milano e dell’Università di Trento) uscito nel marzo di quest’anno, il 2013 e il 2014 hanno portato una vera impennata dei furti nelle farmacie ospedaliere: nel 2013 ci sono stati 51 casi e nei primi cinque mesi del 2014 i furti sono stati 37, contro gli appena 17 dei precedenti sette anni, dal 2006 al 2012. Quanto al valore economico, tra il 2006 e il maggio 2014 sono stati rubati medicinali per oltre 22 milioni di euro: di questi, quasi 10,5 milioni sono andati in fumo nel solo 2013 e 3,3 milioni nei primi cinque mesi del 2014. I farmaci più rubati sono gli antitumorali, sottratti in 52 casi tra il 2006 e il maggio 2014 per un valore complessivo che sfiora gli 11 milioni di euro. Le regioni più colpite sia numericamente che economicamente, sono la Campania e la Puglia: il 61,7% degli antitumorali rubati proviene da qui. Tra il 2011 e il 2014 la Campania ha perso circa 9,1 milioni di euro, pari al 48,5% del totale del valore rubato; in Puglia la perdita si attesta a circa 3,5 milioni di euro, il 18,7%.

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