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Rete e Md-Si danno l’ultimatum a C10: “Il loro è ‘no’ a unione movimenti”

Rete e Movimento democratico tentano di mettere alle strette i 'colleghi'

Pubblicato:29-08-2016 14:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:01

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ROMA – “Ultimissima chiamata per Civico 10 all’unione dei movimenti. Dopo la proposta lanciata da Matteo Ciacci e soci della grande coalizione contro la “restaurazione”, Rete e Md-Si convocano la stampa per giocare di contrattacco e mettere così alle strette i “colleghi”. Di fatto, con l’ultima boutade della grande alleanza anti Dc-Ps-Psd, spiega Gian Matteo Zeppa, C10 non risponde alla proposta avanzata da Rete e Dm-Si l’8 agosto scorso- ovvero quella di aprire un “fronte comune movimentista” sammarinese- ma vuole solo “alzare il tiro” spostando il discorso su un altro progetto. “L’ipotesi dell’unione dei movimenti- svela poi Roberto Ciavatta- c’è ed è sul tavolo e l’unico motivo per cui non si è attuato è la ritrosia di C10”. I rappresentanti di Rete e Movimento democratico ribadiscono quindi la posizione a favore dell’unione dei tre movimenti civici, declinando invece l’invito di C10 a far parte di una coalizione allargata che include #Repubblica futura.

Al contrario,”l’unità dei movimenti è fondamentale– sottolinea Zeppa- perché creerebbe un centro gravitazionale abbastanza forte da modificare l’intero sistema politico sammarinese“. Insieme infatti, “avremmo potuto- continua- imporre le condizioni per una rigenerazione del fare politica, impegno per cui gli stessi movimenti hanno ricevuto il mandato dai cittadini nel 2012”. Federico Pedini Amati, Md-Si, ribadisce come la proposta di C10 sia di fatto una non-risposta all’unità dei movimenti, puntando invece ad un progetto che prevede l’alleanza con “partiti storici e satelliti della Dc, come Ap e Upr”. Per Pedini in sostanza, l’idea dei colleghi civici è “qualcosa di vecchio che si propone ad un altro soggetto vecchio, Dc-Psd-Ps”. Alla fine dei conti quindi “non siamo noi- puntualizza- a dire ‘no’ a C10, è C10 che dice ‘no’ all’unione dei movimenti”.


san marino_elena-tonniniElena Tonnini di Rete ammette la preoccupazione per la riproposta dell’alleanza Dc e socialisti, “ma in questo momento più che mai- chiarisce-l’obiettivo deve essere di sistema perchè si sono create per la prima volta le condizioni per un vero cambiamento”. Solo l’opzione movimentista rappresenta infatti “l’occasione per aggredire la vecchia politica- manda a dire- di cui la Dc è l’espressione più evidente, ma non la sola”. Tonnini allarga così l’etichetta di vecchia politica alle forze di Repubblica futura: “Ap ha fatto 10 anni di governo accanto a Stolfi, Gatti e Podeschi- spiega- è quella del polo del lusso, della centrale elettrica, della telefonata in Aula con Borletti, delle nomine diplomatiche agli indagati, del sovrapprezzo Sopaf, della spartizioni dei posti di potere e dei lotti ai parenti”. Mentre per Upr “basta citare il Conto Mazzini”, chiosa. In sostanza, “questa mescola- conclude- svela un progetto e un organigramma politico pieno di contraddizioni, ma chi ha contribuito a creare problemi al Paese non può rappresentare la soluzione”. Al contrario, per Luca Lazzari, Md-Si, a sostegno della bontà del progetto di unità dei movimenti è il fatto che questi siano “gli unici certi estranei ai rischi di una nuova forma di controllo politico e alle logiche del ricatto finanziario”. Ciavatta, Rete, torna a bocciare la proposta di C10 definendola “un’ammucchiata alla Prodi, utile a mandare all’opposizione la Dc per un anno e basta”. Il consigliere di Rete si chiede poi se al suo interno il movimento di Ciacci sia concorde sulla decisione finale, e ancora, se dietro questa ci siano accordi presi con qualche partito. Tira infine le somme Emanuele Santi, Md-Si: “Deve essere Civico a spiegare cosa ha trovato in Ap dopo 10 anni di governo- conclude- e perché invece non coglie insieme a noi questa opportunità di aprire una nuova stagione politica”.

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