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Atac, ex dg Rota: “Mi sono dimesso il 21 luglio, Raggi chiese di restare”

"Questo la dice lunga sulla serietà di queste persone"

Pubblicato:29-07-2017 14:59
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:34

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ROMA – “È pazzesco, ma come si fa, questi sono dei delinquenti, è scandaloso. Io le dimissioni formali le ho date il 21 luglio e la Raggi mi ha chiesto di restare e di soprassedere, almeno per portare a termine gli adempimenti più importanti. Nell’ultimo mese, verbalmente, le avevo già date più volte le dimissioni”. Bruno Rota, ormai ex direttore generale di Atac, lo dice in un’intervista al Corriere della Sera.

L’amministrazione M5S del Campidoglio sostiene di avere essa chiesto le dimissioni di Rota. “Ma quando mai- risponde l’interessato- hanno fatto i furbi. Peggio ancora. Ma chi se la beve la novella del siluramento? Questo la dice lunga sulla serietà di queste persone. È l’ennesima dimostrazione che avevo visto giusto, che ho fatto bene ad andarmene per tempo”.

Il motivo delle dimisioni “l’ho scritto nella lettera- spiega l’ex dg Atac- perché c’era una situazione di grave tensione finanziaria, con una conseguente impossibilità di essere solvibile per l’Atac. Una situazione che richiedeva misure finanziarie drastiche. E senza pieno riconoscimento di questa realtà non si poteva rimanere. Era troppo pericoloso. E poi si ingannava la gente”.


Rispetto all’ipotesi di concordato preventivo “ero riuscito a convincerli della bontà dell’operazione- spiega Rota al Corriere- Non si trattava di fallimento, è il contrario, il concordato preventivo serve a scongiurarlo, a ottenere una moratoria almeno parziale dei debiti. Ma, accidenti, c’è una procedura in corso con chili di documenti e decine di partecipanti alle riunioni, compresi alcuni che ora fanno finta di non sapere. Spero che ora non rimuovano anche questo, oltre alle mie dimissioni. Su richiesta dell’azionista ho fatto anche la selezione per l’advisor legale, che doveva accompagnare questa cosa”.

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