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Amarcord Napoli, la versione di Ambrosino in ‘Edicola votiva’

Massimiliano Ambrosino racconta il suo nuovo album 'Edicola Votiva'

Pubblicato:29-06-2018 15:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:19

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NAPOLI – E’ una piccola, ma ben architettata, macchina del tempo il nuovo disco, ‘Edicola Votiva‘ (MiMandaGiovanni/Full Heads/Audioglobe), di AmbrOsino. Dieci brani, tra cui ‘Aria Fritta‘ che fa da traino all’intero album, che il cantautore napoletano ha voluto dedicare a quel risveglio culturale, a cavallo degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, che travolse Napoli e invase l’Italia.

Erano gli anni di Massimo Troisi e della Smorfia, delle prime poesie in musica di Pino Daniele, gli anni di quel ‘genio e sregolatezza’ che cambiò per sempre il mondo del calcio e che risponde al nome di Diego Armando Maradona. Questo era il mondo che respirava da piccolo Massimiliano Ambrosino nella sua San Giorgio a Cremano, sognando Napoli e la musica, ed è questo che racconta nei dieci piccoli affreschi di Edicola Votiva, disco uscito tre anni dopo l’album d’esordio che porta il suo nome.

Edicola Votiva, racconta il cantautore alla Dire, “è una sorta di microstoria che parte un po’ dalle mie origini, da quando ero ragazzino di strada, per arrivare ad oggi dove ho cercato di trasferire nelle canzoni tutto quello che ho assorbito in quel periodo, sia le cose buone che le cose negative. Ho fatto, per così dire, da spugna”.


I brani dell’album – tutti rigorosamente in napoletano da Aria Fritta a Mo basta m’abbasta passando per Ajere e E resto ancora – hanno un ritmo e una musicalità che, se si ha qualche anno in più, si riconoscono subito. Sono un tuffo senza malinconia nel passato dove è possibile distinguere ogni singolo strumento suonato, dove non trovano spazio le campionature generate dai computer.

Tutte le canzoni, prosegue AmbrOsino, si “rivolgono alle persone che hanno vissuto il mio stesso periodo, che possono riconoscersi in quelle storie e che si lasciano travolgere dai miei stessi ricordi, dagli odori e dall’essenza di quella che è stata la mia Napoli. La speranza, però – ammette -, è che anche i giovani, che oggi fanno o ascoltano rap o trap, possano essere incuriositi da questo tipo di musicalità e di scrittura”.

Raccontare Napoli, però, non è mai semplice. Facile cadere nella visione stereotipata della città o peggio in quell’immagine da cartolina che il mondo ha imparato ad interiorizzare. Un rischio che AmbrOsino non ha corso visto che “ho vissuto e assorbito quei personaggi, da Pino Daniele a Massimo Troisi solo per citarne alcuni, che odiavano tutto quello che poteva essere oleografia della città e che, anzi, hanno contribuito a costruire una nuova immagine di Napoli, più vera ed aderente alla complessa realtà che la caratterizza”.

Edicola Votiva con il suo viaggio nel ventre di Napoli, con i suoi racconti di gente comune è per AmbrOsino una vera e propria scommessa musicale. “La musica – confida – è tutta la mia vita, è una sorta di terapia. Con lei ci vivo ma non ci mangio. Le riconosco però di avermi portato lontano dalla strada, di avermi fatto superare l’essere introverso, di regalarmi la possibilità di scrivere e cantare quello che sono e penso. Oggi – sottolinea riferendosi al lancio dell’album – sono alla ricerca non di posti affollati, di quelli che ti possono dare la fama subito, ma di spazi dove poter condividere, con un pubblico che vuole ascoltare, quest percorso di storie e sentimenti che è mio ma, in fondo in fondo, tanto comune e condiviso”.

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