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VIDEO | Sclerosi multipla, al via a Roma il congresso Fism 2019

Obiettivo valorizzare ricerca, stanziati 74 milioni negli ultimi 10 anni

Pubblicato:29-05-2019 15:01
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:20

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ROMA – Dare visibilità all’alto valore sociale della ricerca italiana di eccellenza sulla sclerosi multipla. È l’obiettivo del Congresso scientifico 2019 della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, che si apre oggi a Roma. L’evento, in programma fino al 31 maggio, ha come titolo ‘Insieme cambiamo la realtà della sclerosi multipla’ e vedrà i principali ricercatori della sclerosi multipla, 200 provenienti da tutta Italia e dal mondo, fare il punto sullo stato della ricerca e sul futuro della malattia insieme a neurologi, operatori e persone con Sm. Il Congresso si svolge sotto l’Alto Patronato del presidente della Repubblica e in concomitanza della Giornata Mondiale della Sm.

BATTAGLIA: “LA RICERCA E’ UN DIRITTO”

“La ricerca è un diritto, come abbiamo scritto nell’Agenda della sclerosi multipla 2020- ha commentato Mario Alberto Battaglia, presidente della Fism- il documento che raccoglie le linee di azione prioritarie per le persone con Sm, perché è solo a partire dai risultati scientifici che possiamo pensare a un presente e a un futuro libero dalla sclerosi multipla”.


IN 30 ANNI SOSTENUTI 422 RICERCATORI, INVESTIMENTO DA 74 MILIONI DI EURO

Per questo la Fism, a fianco delle persone con sclerosi multipla, promuove e finanzia da oltre 30 anni la migliore ricerca: dal 1988 a oggi ha sostenuto 422 ricercatori, con un investimento che negli ultimi 10 anni ha superato i 74 milioni di euro. Nel 2018 sono state prodotte 123 pubblicazioni scientifiche con un impact factor medio di 6,23, oltre la media nazionale e internazionale, a dimostrazione del valore e della qualità dei progetti di ricerca finanziati.

“Ma non ci accontentiamo di questa consapevolezza- ha sottolineato Paola Zaratin, direttrice della ricerca scientifica di Aism- Noi vogliamo una ricerca che veda ciò che ancora è invisibile, una ricerca che vada oltre l’eccellenza. Per questo, con il progetto ‘Multi-Act’, coordinato da Fism e finanziato dalla Commissione Europea come progetto di ‘responsible research and innovation, stiamo costruendo una nuova frontiera della ricerca responsabile”.

IL PROGETTO ‘MULTI- ACT’

Il progetto ‘Multi-Act’, avviato a maggio dello scorso anno, durerà un totale di 36 mesi e ha a disposizione un budget di 3,5 milioni di euro per migliorare l’impatto della ricerca scientifica sulla vita delle persone con disturbi neurologici (sclerosi multipla in particolare), con la creazione e l’implementazione di un nuovo modello di lavoro che permetta un’efficace collaborazione di tutti i soggetti (istituzioni, ricercatori e aziende) per definire gli scopi delle ricerche e nuove metriche per la valutazione dei risultati. A poco più di un anno dal lancio del progetto, intanto, alcune attività si stanno concludendo e i risultati sono pronti per essere testati in una ricerca multi-stakeholder dedicata a migliorare la risposta terapeutica ed assistenziale della sclerosi multipla. Il ‘Multi-Act’ lancia infine il suo ‘policy brief’ (documento) per i nuovi membri del Parlamento Europeo, nella speranza di attirare l’attenzione sulla realtà di 179 milioni persone colpite da malattie neurologiche in Europa.

ISS: DA SCOPERTA MECCANISMI AZIONE A BERSAGLI TERAPEUTICI

“La comprensione dei meccanismi di sviluppo della sclerosi multipla, lo studio di nuovi farmaci più efficaci, la valutazione dell’entità dei danni cerebrali e l’evoluzione della malattia sono l’obiettivo di molta della ricerca condotta dall’Istituto grazie ai finanziamenti del Ministero della Salute, della Commissione europea e anche grazie alla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla. Linfociti B e virus della mononucleosi infettiva: bersagli consolidati e potenziali delle nuove terapie per la sclerosi multipla”, si legge in una nota diffusa dall’Istituto Superiore di Sanità. “I progetti- prosegue il comunicato- in corso vertono sulle cause e sui meccanismi di malattia, con l’obiettivo di capire perché il sistema immunitario, il cui compito principale è difenderci dalle infezioni e dalla crescita dei tumori, rivolge invece le sue armi contro il sistema nervoso causando la sclerosi multipla. Barbara Serafini e Francesca Aloisi, con i loro collaboratori del Dipartimento di Neuroscienze, hanno svolto studi pionieristici sul ruolo dei linfociti B nella sclerosi multipla dando ulteriore fondamento allo sviluppo di terapie farmacologiche dirette contro questo tipo di cellule immunitarie”. “Nel 2018 è stato, infatti, approvato un farmaco biologico– si legge ancora- in grado di ridurre il numero di linfociti B, l’ocrelizumab, molto efficace nelle forme recidivanti di sclerosi multipla e il primo approvato per la forma progressiva della malattia. Sul versante delle cause della malattia le ricerche si sono indirizzate sul virus di Epstein-Barr, un virus molto diffuso che infetta proprio i linfociti B ed è un fattore di rischio consolidato per la sclerosi multipla. La tesi su cui i ricercatori dell’ISS continuano a lavorare, con l’obiettivo di aprire nuove strade per la prevenzione e il trattamento della patologia, è che il virus di Epstein-Barr sia il principale bersaglio e attivatore della risposta immunitaria che colpisce il sistema nervoso centrale nella sclerosi multipla. 

LO STUDIO DELL’INTERFERONE BETA PER COMPRENDERE E TRATTARE LA MALATTIA

“L’utilizzo dell’Interferone beta come farmaco di prima linea per il trattamento della forma recidivante della sclerosi multipla ha suggerito la possibilità che la risposta immunitaria diretta contro gli agenti infettivi rappresenti uno dei meccanismi coinvolti nell’insorgenza della malattia. Gli interferoni, infatti, sono molecole normalmente rilasciate in risposta alle infezioni, soprattutto di origine virale. In linea con questa ipotesi Martina Severa ed Eliana Coccia, con i loro collaboratori del Dipartimento di Malattie Infettive, hanno portato alla luce numerose alterazioni nell’espressione di geni coinvolti nelle risposte antivirali, in particolare nei linfociti B, e nei processi intracellulari regolati dagli interferoni, che potrebbero rappresentare nuovi potenziali bersagli per la terapia. Tra i meccanismi che appaiono alterati nei linfociti B delle persone con sclerosi multipla sono stati inoltre identificati quelli che regolano il metabolismo cellulare, ovvero l’insieme di reazioni che permettono di generare e utilizzare l’energia all’interno delle cellule, influenzandone la sopravvivenza e le funzioni. L’interesse per questo tipo di ricerca nasce dall’evidenza che un eccesso di energia può contribuire ad alimentare il processo infiammatorio, che è il tratto caratteristico della sclerosi multipla”.

INSIEME AI PAZIENTI PER SCOPRIRE NUOVI FARMACI NEUROPROTETTIVI

“La mielina, la guaina che facilita la conduzione nervosa ed è danneggiata nella malattia, è un altro dei bersagli terapeutici importanti su cui si sta lavorando per contrastare la sclerosi multipla. L’obiettivo è identificare le strategie più idonee a ricostruire la mielina e a proteggere i neuroni, la cui perdita è la causa principale della progressione dei deficit neurologici. Il gruppo coordinato da Cristina Agresti- prosegue la nota- del Dipartimento di Neuroscienze sta lavorando per identificare nuove molecole capaci di stimolare la produzione di mielina e per comprendere i meccanismi che sono alla base della loro attività. La ricerca sulla mielina in ISS si coordina con le attività di un consorzio internazionale di ricercatori, Progressive MS Alliance, finanziato dalle Associazioni di persone con sclerosi multipla in Europa, Canada, Stati Uniti e Australia, con l’obiettivo di accelerare la scoperta di farmaci neuroprotettivi. In questo ambito, i ricercatori dell’ISS stanno valutando in modelli sperimentali l’attività pro-mielinizzante di numerosi composti, molti dei quali già approvati per uso umano, quale primo passo verso l’identificazione delle molecole più attive e idonee per il trattamento delle persone con sclerosi multipla. La ricerca dell’ISS continuerà a essere finalizzata all’avanzamento delle conoscenze per lo sviluppo di terapie sempre più efficaci e sicure e di marcatori affidabili per la diagnosi e il monitoraggio della malattia. Per conoscere quali sono i bisogni e i desideri delle persone con sclerosi multipla opereremo a stretto contatto con loro e con le loro famiglie, con i ‘pazienti esperti’ e con tutti gli altri portatori di interesse. Obiettivo comune sarà garantire il diritto a una ricerca scientifica rigorosa e innovativa, che consenta una vita di qualità in tutte le fasi della sclerosi multipla”.

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