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Rimini aspetta il centenario di Fellini e intanto premia i mestieri del cinema

Dal 3 al 5 maggio a Rimini "La settima arte-Cinema e industria", un festival sul fare cinema, dal produttore al distributore

Pubblicato:29-04-2019 13:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:24

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RIMINI – Un festival sul “fare cinema”, sulla filiera della settima arte dal produttore al distributore. Rimini si avvicina al centenario della nascita di Federico Fellini dell’anno prossimo con una rassegna, 3-5 maggio, che premia i mestieri della galassia della pellicola, mettendo in scena nei cinema della città e non solo proiezioni, masterclass, conferenze e mostre, dalla cinematografia al mondo dei libri. E proprio la mostra del regista David Lynch dedicata a Fellini è protagonista della prima giornata de “La settima arte-Cinema e industria“, venerdì, mentre la chiusura, domenica, è affidata alla consegna dei premi “Confindustria Romagna Cinema e Industria”.

Sul palco del teatro Galli Paolo Del Brocco, ad di Rai Cinema, riceverà il premio ad honorem; Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, quello per la distribuzione; il regista e produttore Matteo Rovere per la produzione. Gli award tecnico-artistici andranno invece al direttore della fotografia Daniele Ciprì e alla costumista Valentina Taviani.



È stato fatto, sottolinea questa mattina l’assessore alla Cultura, Giampiero Piscaglia, “uno sforzo importante in temi molto stretti”. Rimini, aggiunge, “sente il cinema dentro e non solo per Fellini, ma per come è stata rappresentata nel cinema”. La rassegna punta le luci su “mestieri che mettono pace tra mondo dell’arte e dell’industria”. Dunque, a promuovere la kermesse, non poteva essere che Confindustria Romagna convinta “che non ci sia posto più giusto di Rimini per una manifestazione collegata al cinema”.

A confermare le parole del presidente degli industriali romagnoli, Paolo Maggioli, ci sono “l’attenzione dei media all’evento” e “la corsa all’acquisto dei biglietti per la serata di domenica“, che vedrà la presenza in sala del presidente della giuria Pupi Avati e di Laura Morante.

Quello che sta per andare in scena a Rimini è un “progetto culturale” per premiare chi è dietro la macchina da ripresa. E Rimini “si merita una parte culturale importante. Investire sulla cultura come sta facendo l’Amministrazione è garanzia per la crescita del territorio”.

Non a caso sono diversi i partner del festival, dalla Biblioteca Gambalunga all’Ordine degli architetti di Rimini. Il programma della tre giorni, spiega il curatore Roy Menarini, prevede oltre 60 eventi, per una “ragnatela di corrispondenze interne” che copre “dalla nicchia cinefila al grande pubblico”, affrontando anche il tema delle “rivoluzioni culturali” attraverso film che le raccontano e che si fanno “inquinare” dai linguaggi che stanno nascendo. Ecco allora il documentario sullo spirito Bauhaus, uno dei più importanti esempi di metacinema, “The Connection” di Shirley Clarke del 1962, e “No maps on my taps”, altro documentario sul tip tap. E poi le proiezioni dei film di David Lynch e tra gli ospiti il critico Paolo Mereghetti, Victor Perez, autore degli effetti speciali per Il ragazzo invisibile di Gabriele Salvatores, e Carlo Poggioli, costumista di “The young pope” di Paolo Sorrentino.

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