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Referendum Polo moda, maggioranza: “Troppe bugie”

SAN MARINO - Di fronte a parole da "barbarie politica" sul Polo della moda, interessata dal prossimo referendum,

Pubblicato:29-04-2016 15:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:39

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SAN MARINO – Di fronte a parole da “barbarie politica” sul Polo della moda, interessata dal prossimo referendum, la maggioranza lancia il guanto della sfida al movimento Rete, a Liberamente e al consigliere indipendente Luca Lazzari, che ieri avrebbero diffuso dichiarazioni “troppo presto e con contenuti non veritieri” per sponsorizzare il ‘sì’ che decreterebbe lo stop al progetto imprenditoriale che, secondo gli investitori, punta a portare a San Marino le grandi firme della moda internazionale.

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Gerardo Giovagnoli

La coalizione Bene comune lancia così la sfida “per un confronto sulla convenzione” e per farlo si è radunata questa mattina con quattro dei suoi rappresentanti a Palazzo Pubblico, dove ha incontrato la stampa e sbottato contro le scorrettezze dei firmatari. “La loro nota è stata inviata ieri sera, cioè prima dell’inizio della campagna referendaria”, ammonisce il capogruppo del Psd, Gerardo Giovagnoli. “Viene scritto che la maggioranza è portatrice di interessi privati, ma ciò non è vero“. Anzi: “Il progetto non riguarda un fatturificio oppure un’economia che non si vede, ma un’iniziativa di economia reale, un polo commerciale con imprenditori seri e risorse”.

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Maria Luisa Berti

Gli fa eco Maria Luisa Berti, in parlamento per Noi sammarinesi: “Da una parte c’è chi sta dalla parte dello sviluppo e sostiene questo investimento- dice- dall’altra chi sceglie di arrestare l’eventualità dello sviluppo”. Quindi un messaggio per i sammarinesi: “Confido nella loro capacità di valutare il progetto”, rispetto al quale il segretario del Pdcs, Marco Gatti, denuncia una “campagna di disinformazione e falsità portata avanti da chi si definisce come ‘nuova politica’”. Lo scudocrociato ricorda che i 65 milioni di euro che i firmatari indicano come messi sul tavolo dal governo, in realtà, “sono soldi interessati da un credito agevolato per cui lo Stato interviene solo sugli interessi“. La cifra, insomma, non uscirebbe affatto dalle casse statali.


A proposito di soldi, Nicola Renzi, in quota Ap, ricorda che “secondo le stime nei prossimi anni per lo Stato entreranno 200 milioni di euro netti di introiti”. Sbagliato quindi dire che lo Stato ci potrebbe rimettere dei quattrini, oppure fare riferimenti a interessi privati: “Se qualcuno pensa che le cose non siano chiare vada in tribunale e faccia le dovute denunce”.

Ora, avviata la campagna che porterà al referendum, si guarda al 4 maggio, quando gli investitori hanno in programma un incontro pubblico in cui descriveranno il progetto: “Allestiranno anche degli info point- spiega Giovagnoli- vogliono far capire di cosa si tratta”. L’invito della maggioranza, dalla quale Renzi ricorda l’appoggio al progetto di Upr, LabDem, Civico 10 e socialisti fra le fila dell’opposizione, è di “votare no al referendum”, afferma Giovagnoli. “Il polo si farà in quella zona o non si farà“, aggiunge Berti. “E qui attorno ci sono amministrazioni che non vedono l’ora di cogliere l’occasione e accogliere gli investitori”, conclude Gatti.

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