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Migranti, Save the children: “Dare priorità alle persone e non ai confini”

ROMA - "Gli stati membri non possono dare priorita'

Pubblicato:29-04-2016 12:12
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:39

bambini migranti
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bambini migranti

ROMA – “Gli stati membri non possono dare priorita’ al rispetto delle frontiere piuttosto che alla protezione dei migranti e in particolare dei minori“. Lo dice Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children Italia, interpellata dalla Dire sulla nuova politica migratoria adottata da Vienna, e sul no della Camera dei lord inglese all’accoglienza di oltre 3mila minori non accompagnati provenienti dal campo prufughi di Calais, nella Francia del nord.

La portavoce dell’ong che si occupa dei diritti dei bambini e ragazzi cita gli ultimi dati aggiornati al 26 aprile: i migranti arrivati via mare in Italia sono stati 26mila, tra cui 4.400 minori. Tra questi, piu’ di 3.800 erano non accompagnati: un numero che, se confrontato coi dati del primo trimestre del 2015, e’ di quattro volte superiore. Queste cifre permettono di realizzare l’ampiezza di un problema che non tocca purtroppo solo l’Italia: “in tutta Europa ci sono migliaia di bambini soli, spaventati, che viaggiano da soli e che hanno probabilmente visto morire le persone care o subito loro stessi violenze fisiche o traumi spicologici. Hanno bisogno di aiuto, perche’ portano sulle spalle sofferenze piu’ grandi di loro. Inoltre- dice ancora Di Benedetto- sono una parte consistente dei migranti che approdano ovunque in Europa, e pochissime misure sono state adottate per accogliere sia quelli non accompagnati che quelli che giungono con le famiglie”.


“Siamo rimasti molto delusi- ha poi aggiunto- della posizione assunta dal Parlamento inglese. Sappiamo che questa misura non sarebbe stata risolutiva pero’ avrebbe rappresentato un passo, una testimonianza della volonta’ di dare un contributo concreto al problema”, mentre al contrario “ignorarlo non lo fa scomparire, anzi, lo peggiora”. Tanto la decisione inglese quanto il ripristino dei controlli al valico del Brennero o l’Accordo Ue-Turchia “sono politiche che danno priorita’ alla deterrenza e all’esclusione” pertanto Save the Childrenchiede che la questione migratoria sia affrontata a 360 gradi sia dall’italia che dai Paesi dell’Unione europea, attraverso la creazione di “percorsi sicuri e legali per i migranti, per evitare- spiega la portavoce- che perdano la vita in viaggi pericolosi e per ridurre anche le domande per i trafficanti; poi investire di piu’ nelle operazioni di ricerca e soccorso; e’ necessaria inoltre risolvere le crisi nelle regioni di origine – medio oriente e Africa subsaharina – mettendo sempre al centro l’interesse delle persone; e infine, una volta in Europa, garantire loro un’accoglienza adeguata”.

In questa direzione e’ andato l’appello lanciato da Stc a tutta l’Europa – in occasione della visita a Lampedusa di Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – affinche’ “torni ad essere leader nel rispetto e nella promozione dei diritti umani, nonche’ la protezione dei minori, condividendo questa responsabilita’ tra gli stati membri”. “L’Europa- afferma ancora la responsabile dell’ong- deve dare una risposta, ma anche l’Italia deve adeguare il suo sistema di accoglienza. Negli ultimi anni sono stati fatti notevoli passi nel nostro Paese ma c’e’ ancora molto da lavorare. Per questo chiediamo l’ampliamento e l’adeguamento della rete di accoglienza per i minori. Ad esempio manca una legge – che chiediamo a gran voce da tempo – che offra una procedura chiara e uniforme per accertare la minore eta’ del soggetto. Sembra una cosa banale- osserva Di Bendetto- ma e’ invece indispensabile per garantire l’adeguato rispetto dei loro diritti. Serve poi velocizzare la nomina del tutore del minore solo e promuovere l’affido famigliare”. Questi i contenuti del disegno di legge depositato a fine 2013 in parlamento che, “sebbene sia stato sottoscritto da un gran numero degli esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione, e’ ancora fermo in Commissione Affari costituzionali”, conclude. 

di Alessandra Fabbretti, giornalista

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