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Ilva, incontro al Mise: “Non ci sono condizioni per stretta finale”

Il prossimo incontro sara' il 4 aprile

Pubblicato:29-03-2018 10:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:41

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ROMA – Riparte il confronto al tavolo Ilva fra Aminvestco e i sindacati metalmeccanici, alla presenza dei commissari dell’amministrazione straordinaria e del governo. Dopo una lunga pausa, a causa dell’incertezza politica legata alle ultime consultazioni elettorali, molti i nodi ancora sul tavolo e su cui si sta provando ancora a lavorare. Oggi si è svolto un incontro al ministero dello Sviluppo economico e “il prossimo incontro sara’ il 4 aprile”, fanno sapere fonti sindacali.

Mise: “Oggi solo una ricognizione, ci vediamo il 4 aprile”

“Lavoriamo perche’ le parti raggiungano l’intesa. Oggi abbiamo fatto un incontro di ricognizione perche’ nelle settimane passate ci sono stati incontri tra l’azienda e le organizzazioni sindacali in modo ristretto”. Teresa Bellanova, viceministro dello Sviluppo economico, fa cosi il punto del tavolo di oggi sull’Ilva. “Purtroppo non si sono ancora determinate le condizioni per una stretta finale- riconosce Bellanova- e a questo punto ho convocato il tavolo per il 4 aprile in modo da affrontare argomento per argomento le questioni, perche’ andando avanti con la discussione generale si rischia di cadere nella convegnistica”. Ora, quindi, “bisogna fare ulteriori passaggi e approfondimenti per quanto riguarda il piano industriale e quindi il relativo fabbisogno di lavoratori nei singoli stabilimenti- conclude la viceministro- Ho ribadito al tavolo che questa e’ una vertenza nazionale”.

AM InvestCo ha confermato l’intenzione di procedere e la voglia di chiudere il negoziato in tempi molto brevi

“Da mesi ormai siamo disponibili a seguire qualsiasi schema di confronto, purche’ questo porti a una soluzione accettabile che tuteli tutti i lavoratori, nessuno escluso”, ha detto Rocco Palombella. “Dobbiamo lavorare in fretta per risolvere le questioni su cui abbiamo visioni differenti, come il mantenimento dei trattamenti economici e della condizioni di assunzione dei lavoratori, su cui ancora oggi non abbiamo certezze”, ha aggiunto Palombella. “Resto inoltre convinto che a fronte della realizzazione del piano Ambientale e della relativa risalita produttiva Mittal, oltre a garantire i livelli occupazionali, dovra’ assumere nuove persone. La garanzia occupazionale per tutti i lavoratori dell’indotto e’ per noi condizione fondamentale per arrivare a un accordo”.


Bentivogli (Fim Cisl): “Bisogna fare presto”

“Bisogna fare presto perche’, dopo sei mesi di trattativa, con un nuovo governo si rischia di ricominciare dall’inizio anche perche’ alcune forze politiche hanno detto di voler chiudere l’Ilva“. Lo dice Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, arrivando all’incontro. “Il vecchio governo ha ancora la possibilita’ di portare a termine la trattativa, tentiamo di usare il mese di aprile per chiudere l’accordo senza esuberi- auspica Bentivogli- ma l’azienda continua a perdere tempo e invece bisogna accelerare anche sotto il profilo dell’ambiente”. La riunione di oggi “e’ la plenaria che si riprende dopo tanto tempo- dice il sindacalista- c’e’ la ricerca di uno spirito costruttivo per affrontare i nodi aperti che sono: numero occupazione, coerenza piano industriale su piano investimenti, ambiente e contrattazione secondo livello”. E “nulla osta a fare un accordo prima della decisione dell’Antitrust Ue”.

Palombella (Uilm): Questa trattativa rischia di non approdare a nessun risultato

“Questa trattativa rischia di non approdare a nessun risultato. Quando le trattative sono cosi’ lunghe e ci sono piu’ soggetti coinvolti il rischio e’ che la situazione si complichi, alla luce di alcune condizioni”. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, lo dice arrivando all’incontro su Ilva da poco iniziato al Mise. “Ci sono problemi sull’Antitrust, ci sono i ricorsi al Tar non ancora disattivati- ricorda Palombella- permangono difficolta’ vere nel negoziato: quest’azienda e’ stata messa in vendita senza pensare alle ripercussioni sul territorio, si parte da presupposti opposti, soprattutto sul numero.degli esuberi”. Quindi la situazione “continua ad essere complicata”, prosegue il sindacalista, “poi ci sara’ un nuovo governo dove speriamo prevalga la responsabilita’. Le dichiarazioni sono quelle di voler fare a meno dell’Ilva in Italia e ci preoccupa”. Infatti, mentre “nel mondo si litiga per chi deve produrre acciaio, noi invece qui vogliamo chiudere perche’- ironizza con amarezza- siamo un Paese moderno e possiamo fare a meno della siderurgia, dell’Ilva e di Piombino”. In tutto cio’ “chiederemo di esplicitare in modo definitivo cosa si puo’ fare: se ci sono le condizioni per fare un’intesa bene, altrimenti e’ inutile continuare cosi’- conclude Palombella- È una trattativa troppo lunga, che dura da luglio e che lascia quasi 20mila lavoratori in attesa. Io non mi aspetto novita’, anzi penso che sara’ sulla scia dei precedenti ma noi proveremo a stringere”.

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