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Banca Etruria, Ghizzoni: “Boschi mi chiese intervento ma non fece pressioni. Carrai mi mandò mail”

Oggi Federico Ghizzoni (ex Unicredit) parla davanti alla commissione di inchiesta sulle banche

Pubblicato:20-12-2017 10:45
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

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ROMA – Il 12 dicembre del 2014 “incontrai l’allora ministra Boschi. Da parte sua non c’era tanto la preoccupazione sulle situazione delle banche toscane, ma cosa questo avrebbe comportato in termini negativi di impatto sul territorio. Era preoccupata dell’impatto negativo su famiglie e piccole imprese“. Lo dice l’ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, davanti alla commissione di inchiesta sulle banche.

“Io feci presente che condividevo questo aspetto e dissi che comunque le banche sane avrebbero preso le ‘posizioni’ delle banche in difficoltà. Alla fine- racconta- la ministra mi chiese se era pensabile per Unicredit valutare acquisizioni o interventi su Banca Etruria. Io risposi che per richieste di questo genere non ero in grado di dare risposta, avevamo già avuto un contatto con Banca Etruria, le mie strutture stavano già esaminando la cosa e avremmo dato una risposta alla banca in totale autonomia. Unicredit avrebbe agito esclusivamente nel suo interesse. Fu un colloquio cordiale, personalmente non avvertii pressioni e ci lasciammo su queste basi”. Dopo, “non ci furono altri incontri nè richieste del governo”, nè “ci fu un cambiamento di atteggiamento del governo su Unicredit”, conclude Ghizzoni.

“BOSCHI NON MI CHIESE SECCAMENTE DI COMPRARLA”

“Una pressione della ministra Boschi ci sarebbe stata se mi avesse detto di acquisire Banca Etruria. In realtà mi chiese se era pensabile un intervento da parte di Unicredit. Da un punto di vista semantico, fa la differenza”. Ribadisce l’ex amministratore delegato di Unicredit in risposta alla domanda del deputato M5s Carlo Sibilia. E insiste: “Non mi fu chiesto seccamente di acquistare Etruria. L’avrei ritenuto inaccettabile”.


“EMAIL DA CARRAI PER SOLLECITARMI SU ETRURIA”

“Il 13 gennaio 2015 mi arrivò una mail da Marco Carrai (l’imprenditore vicino a Matteo Renzi, ndr) che mi sollecitava una risposta” su una eventuale acquisizione di Banca Etruria. “Risposi che stavamo esaminando la situazione” dice ancora Ghizzoni.


“GLI RISPOSI CHE AVREI PARLATO CON VERTICI BANCA”

“Non ho chiesto volutamente a Marco Carrai chi era che gli aveva chiesto di sollecitarmi” su Banca Etruria, spiega Ghizzoni alla bicamerale di inchiesta sulle banche. “Era una scelta razionale- continua l’ex ad di Unicredit- perchè per me la risposta andava data esclusivamente a Banca Etruria e ai suoi vertici. Risposi in questo modo a Marco Carrai nella mail, e poi non lo sentii più“.

LA MAIL DI CARRAI: FEDERICO, M’E’ STATO CHIESTO DI SOLLECITARTI…

“Ciao Federico, solo per dirti che su Etruria mi è stato chiesto di sollecitarti, se possibile, nel rispetto dei ruoli, per una risposta. Un abbraccio Marco”. E’ questo il testo della mail che Marco Carrai, l’imprenditore vicino a Matteo Renzi, ha inviato all’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni. L’email è stata letta dal presidente della bicamerale di inchiesta sul sistema bancario, Pier Ferdinando Casini, che l’ha acquisita come documento.

di Luca Monticelli, giornalista professionista

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