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Banche, atto finale in commissione: i colpi di scena

La settimana scorsa Vegas ha rivelato di un incontro con Boschi. Oggi Visco ha negato pressioni da lei. Domani tocca a Ghizzoni

Pubblicato:19-12-2017 17:02
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

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ROMA – La crisi delle banche attraverso la lente del potere: la Bicamerale di inchiesta indaga nelle stanze dei bottoni, tre mesi ad alta tensione tra colpi di scena e ribaltamenti del gioco. Ecco le ultime audizioni salienti punto per punto. E domani tocca a Ghizzoni (ex Unicredit) dal quale si attende la versione definitiva dei rapporti tra Maria Elena Boschi e i banchieri.
Il presidente della Consob, il ministro dell’Economia e il governatore della Banca d’Italia. Sono le ultime tre personalità che hanno raccontato alla commissione di inchiesta i rapporti e gli incontri che hanno avuto con l’allora ministra Maria Elena Boschi e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, durante la crisi di Banca Etruria, l’istituto nel quale il padre della ministra Boschi, oggi sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, ricopriva la carica di vice presidente.
E domani sarà il D-day con Federico Ghizzoni, l’ex amministratore delegato di Unicredit, che, secondo quanto ha raccontato Ferruccio De Bortoli nel suo libro, sarebbe stato avvicinato dalla ministra Boschi che chiedeva informazioni per una eventuale acquisizione di Banca Etruria proprio da parte di Unicredit.
Domani a Palazzo San Macuto, già sede dei giudici della Inquisizione Pontificia, ci sarà dunque una sorta di chiusura del cerchio sulla Bicamerale di inchiesta che probabilmente, tra poco più di una settimana, con lo scioglimento delle Camere, si metterà al lavoro sulla relazione finale sulla crisi del sistema bancario e finanziario italiano.
La settimana scorsa è stato Giuseppe Vegas il primo a raccontare di un incontro richiesto dall’allora ministra Boschi che era preoccupata per una eventuale aggregazione tra Popolare di Vicenza e Banca Etruria. “Boschi mi illustrò la situazione e io le dissi che la Consob non era competente”, ha raccontato il numero uno della Consob alla commissione.
Ieri è stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a rivelare di non aver autorizzato alcun ministro a occuparsi delle banche in crisi perchè quella è una responsabilità in capo a via XX settembre.
E oggi il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha ripercorso le tappe degli incontri che ebbe nella primavera del 2014 con il premier Matteo Renzi e dei colloqui del vice direttore di Palazzo Koch con la ministra Boschi. “Nel primo incontro che ebbi con il presidente Renzi parlammo di boyscout, nel secondo si parlò di economia e nel terzo incontro a Palazzo Chigi, Delrio e Padoan erano entrambi presenti, parlammo di economia e Renzi mi chiese perchè Vicenza voleva prendersi Arezzo, parlò degli orafi. Io non risposi”, ha raccontato l’inquilino di via Nazionale. “Io la presi come una battuta questa sugli orafi– ha continuato- e come tale risposi, non entrai per niente nelle questioni di vigilanza. In un successivo incontro, parteciparono sempre Padoan e Delrio a colazione da noi- ha proseguito- ci fu la richiesta di Renzi di parlare delle banche in difficoltà e io risposi che di banche in difficoltà parlo solo con il ministro dell’Economia”. Ci fu una applicazione “rigorosa del segreto di ufficio a cui noi ci atteniamo sempre” in Banca d’Italia. “Non ebbi mai nessuna tentazione, ma sicuramente lui la domanda la fece”.
Sia Vegas che Visco hanno precisato che Maria Elena Boschi non fece alcuna pressione per ottenere favori su Banca Etruria nè sulla vicenda del padre. Fu Fabio Panetta (il vice dg della Banca d’Italia) a riferire a Ignazio Visco dell’incontro con la ministra: “La sua preoccupazione era per la crisi economica della provincia che poteva essere aggravata da una carenza di credito a sua volta provocata dalla crisi di Banca Etruria”.
di Luca Monticelli, giornalista professionista

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