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Smog, Morandi (Cobat): “Sulla mobilità elettrica l’Italia è indietro”

Intervista a Giancarlo Morandi, Presidente di Cobat, in occasione dell'incontro su ‘La mobilita’ nel nuovo piano Clima-Energia".

Pubblicato:28-11-2018 16:47
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:50

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ROMA – “Abbiamo il grosso problema di accelerare l’introduzione della mobilità elettrica per arrivare ad una mobilità sostenibile. La teoria ci dice che entro il 2040 non dovremo più avere trasporti inquinanti, ma per arrivare a questo siamo ancora molto lontani”. Lo spiega alla DIRE Giancarlo Morandi, Presidente di Cobat, partecipando ad un incontro su ‘La mobilita’ nel nuovo piano Clima-Energia: verso l’azzeramento delle emissioni al 2040′ durante il convegno di Qualenergia.

LE PRIORITA’ PER MORANDI

Accelerare su impianti di ricarica, case automobilistiche davvero impegnate a presentare e voler vendere i loro modelli, ma soprattutto provvedimenti legislativi che rendano molto più facile il sistema di ricarica delle auto, con impianti conseguenti. Queste le priorità segnalate da Morandi, “basti pensare alla Cina dove c’è un boom enorme non tanto di auto elettriche, quanto di motocicli elettrici. Visto che la Cina a volte prende provvedimenti senza contornarli dal punto di vista generale, ora ci sono case da cui esce un filo che finisce per strada e viene utilizzato proprio per la ricarica del mezzo elettrico”.


Agli eventuali consumatori “dobbiamo garantire questo, non tanto in filo- precisa Morandi- ma la possibilità di non avere impedimenti burocratici e di poter ricaricare il proprio mezzo in un box o esternamente alla casa, senza le difficoltà burocratiche oggi esistenti”.

Servono dunque “una serie di provvedimenti che possano permetterci di coprire i territori con punti di ricarica e politiche incentivanti per l’acquisto di auto elettriche che già oggi per la circolazione in città sono ottime dal punto di vista del consumatore”.

Il cambio di passo è ritenuto necessario specialmente perchè in una ideale graduatoria europea “siamo indietro. Sarebbe facile dire che siamo dietro a Norvegia e Danimarca, siamo infatti dietro anche al Portogallo”: troppo poche le colonnine di ricarica rispetto alla popolazione esistente.

“Dobbiamo quindi correre e recuperare il gap dovuto in parte a politiche aziendali sul nostro territorio che, fino a pochi mesi fa, erano addirittura contro l’introduzione delle auto elettriche per via di filosofie aziendali, fortunatamente oggi convertite. L’auto elettrica è il futuro- conclude- ma dobbiamo accelerare”.

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