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Istat: “Per il 22% delle 40enni c’è il rischio di rimanere senza figli”

L'età media in cui le donne fanno il primo figlio è di 31 anni contro i 29,4 della Germania, in cui la fecondità è aumentata grazie al sostegno alla natalità

Pubblicato:28-11-2018 13:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:50

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ROMA – Effetti strutturali, calo della fecondità e calo dei matrimoni. Sono tra le cause principali della diminuzione del numero di nascite nel 2017 (-15mila rispetto al 2016), in particolare dei primi figli – il -25% rispetto al 2008 – registrata dall’Istat nel report ‘Natalità e fecondità della popolazione residente’, presentato stamattina a Roma nella sede dell’istituto di statistica da Sabrina Prati, dirigente Servizio Statistiche, Demografiche e Sociali dell’Istat, e da Vittoria Buratta, direttore Statistiche Sociali dell’Istat.


AUMENTA IL NUMERO DI DONNE SENZA FIGLI

Aumenta la quota di donne senza figli. Si stima che il 22% delle quarantenni, in particolare delle donne nate nel 1977, a fine vita riproduttiva resterà senza figli, contro l’11% della generazione del 1950 e il 13% della generazione del 1960. Tra la diminuzione di circa 900mila unità della popolazione femminile tra 15 e 49 anni e la riduzione del numero medio di figli per donna (1,32 nel 2017), sta anche il fatto che le cosiddette baby boomers, nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta, stanno uscendo dalla fase riproduttiva, mentre stanno entrando le generazioni che scontano l’effetto del cosiddetto baby-bust, cioè la fase del forte calo della fecondità del ventennio 1976-1995, che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995. L’età media in cui le donne fanno il primo figlio è di 31 anni contro i 29,4 della Germania, in cui la fecondità è aumentata anche grazie alle azioni di sostegno alla natalità.

LE COPPIE ITALIANE FANNO MENO FIGLI

Il calo dei nati registrato per il 2017 dal report è particolarmente accentuato per le coppie di genitori entrambi italiani, che scendono a 358.940 nel 2017, ben 14mila in meno rispetto al 2016 e oltre 121mila in meno rispetto al 2008. A pesare su questo e sugli altri dati è anche l’effetto posticipazione, che risente soprattutto di fattori congiunturali ed economici e fa spostare in avanti la fase di transizione all’età adulta e la possibilità di crearsi una famiglia.

CALANO ANCHE I FIGLI DEGLI STRANIERI

Sono 8mila in meno i nati con almeno un genitore straniero dal 2012 al 2017, mille unità in meno solo nell’ultimo anno. Per la prima volta dal 2008, infatti, scendono sotto i 100mila (99.211, il 21,7% sul totale dei nati). Tra questi sono in calo soprattutto i nati da genitori entrambi stranieri, per la prima volta sotto i 70mila nel 2016, con un ulteriore calo nel 2017 (67.933). A contare su questo dato è l’invecchiamento della popolazione straniera e la dinamica migratoria che si è attenuata con la crisi degli ultimi anni (Istat, Bilancio demografico nazionale, statistica Report, 13 giugno 2018).

MENO FIGLI DA COPPIE SPOSATE, AUMENTANO QUELLI FUORI DAL MATRIMONIO

Rispetto al 2008 diminuiscono sensibilmente i nati da coppie sposate: nel 2017 sono 316.543, ben -147mila in soli nove anni. Il dato è dovuto anche al calo dei matrimoni, che nel 2014 ha raggiunto un record negativo con 189.765 nozze celebrate (-57mila rispetto al 2008) per risalire lievemente nel 2016 (200mila). Aumentano invece i figli nati fuori dal matrimonio, quasi 29mila unità in più rispetto al 2008 per un totale di 141.608. Aumenta il loro peso relativo (30,9% nel 2017).

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