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Il Black friday e tutto il resto, a Bologna esplode la rabbia dei fattorini in bici

Da Bologna i fattorini 2.0 chiedono una paga migliore e tutele per una professione dura e anche rischiosa

Pubblicato:28-11-2017 15:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:56

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BOLOGNA – “Basta consegne senza diritti”. Nel venerdì del Black friday, a Bologna, è scattata la protesta dei fattorini 2.0. Sotto le Due torri, nel viavai dei passanti, si sono ritrovati in 30 per chiedere tutele e diritti. Sono i ciclofattorini, o riders, dei servizi online di consegna del cibo a casa, come Just eat, Deliveroo e Sgnam, riunitisi sotto il collettivo “Riders union Bologna“. Lavorano per circa quattro-cinque euro l’ora, più una percentuale di “qualche centesimo” per ogni consegna, e ora rivendicano una paga migliore e tutele per chi ogni giorno si muove nel traffico a proprie spese e a proprio rischio e pericolo.

“NON ABBIAMO MALATTIA NE’ FESTIVI”

“Altro che lavoretto… lavoriamo senza nessun tipo di tutela o garanzia” denunciano gli attivisti, che a Bologna si sono riuniti in piazza di porta Ravegnana, dove, a volto coperto, hanno posato a terra biciclette e borse termiche per spiegare alla cittadinanza le ragioni della protesta. “Abbiamo dei contratti come collaboratori, ma noi in realtà siamo dei veri e propri lavoratori dipendenti… senza assicurazione sugli infortuni né indennità di malattia nei giorni festivi e nei giorni di brutto tempo”.


COSTRETTI ALLE CONSEGNE ANCHE SOTTO LA NEVE

I manifestanti spiegano infatti che l’origine del flash-mob nasce a seguito dell’imprevista nevicata di lunedì 13 novembre, durante la quale non sono stati interrotti i servizi di consegna. Per i riders è stata l’ultima goccia: molti infatti si sono rifiutati di lavorare e hanno deciso di organizzare questa protesta pubblica: “Ci siamo incontrati per strada, lavorando. Abbiamo deciso di creare un gruppo Whatsapp e abbiamo cominciato a fare le prime riunioni”. Così si sono trovati oggi in piazza Ravegnana, per poi spostarsi in piazza Nettuno in sella alle loro bici, all’ombra dell’albero natalizio appena installato.

VALUTAZIONI DEI CLIENTI POCO CHIARE

Nelle rivendicazioni della protesta non è mancata anche una stoccata alla campagna per il rispetto delle regole da parte dei ciclisti, voluta dall’amministrazione Merola: “invece di tutelare i ciclisti ci multano“. Infine, i riders hanno chiesto anche di rivedere completamente il sistema di ‘chiamata’: infatti ogni consegna è passibile di valutazione da parte dell’utente che utilizza l’app del servizio, e a seconda che questa sia positiva o negativa il fattorino potrebbe venire chiamato a lavorare di più o di meno. Valutazioni a cui però i riders non hanno accesso. E che appunto chiedono di “conoscere quali sono i parametri di rating“, e qual è la ragione in base alla quale “a parità di disponibilità uno viene fatto lavorare di più o di meno“. Proprio nel giorno della loro protesta, a Bologna è stato acceso l’albero di Natale in piazza Nettuno. Il sindaco Virginio Merola, interpellato sui fattorini in bici,  ha detto: “Teniamolo presente quando ordiniamo una pizza, che c’è qualcuno che ci marcia sopra”.

PD BOLOGNA: COMUNE NON LASCI CADERE SOS DEI FATTORINI

Il Comune di Bologna si dia da fare affinchè il “grido d’allarme” lanciato dai riders, i fattorini su due ruote, “non sia lasciato cadere, facendo in modo di arrivare ad un accordo che preveda diritti e dignità“. E’ l’appello rivolto all’amministrazione dal consigliere Vinicio Zanetti nel corso del Consiglio comunale di ieri.

Come “soggetto terzo”, dichiara Zanetti, il Comune deve favorire una “vera e propria concertazione” perchè si garantiscano tutele ai fattorini, che nei giorni scorsi hanno sollevato il tema con una protesta sotto le Due torri. Nello stesso intervento, poi, il consigliere dem si sofferma sull’alternanza scuola-lavoro: “Penso che dobbiamo raccontare come viene svolta nella nostra area metropolitana” e spiegare “nel dettaglio come viene fatta e promossa. E se ci sono stati abusi o situazioni poco chiare, bisogna approfondire e nel caso cambiarle”.

di Davide Landi, giornalista

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