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Ambiente, Papa: “La politica sottomessa alla finanza frena gli accordi per salvarlo”

Il pontefice ricevendo in udienza i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, tema Scienza e Sostenibilità

Pubblicato:28-11-2016 11:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:21

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papa a lesboROMA – “In questo quadro generale, degna di nota è la debole reazione della politica internazionale, anche se vi sono lodevoli eccezioni, riguardo alla concreta volontà di ricercare il bene comune e i beni universali, e la facilità con cui vengono disattesi i fondati consigli della scienza sulla situazione del pianeta. La sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza che cercano anzitutto il profitto è dimostrata dalla ‘distrazione’ o dal ritardo nell’applicazione degli accordi mondiali sull’ambiente, nonché dalle continue guerre di predominio mascherate da nobili rivendicazioni, che causano danni sempre più gravi all’ambiente e alla ricchezza morale e culturale dei popoli”. Lo dice Papa Francesco nel ricevere in udienza i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze, in corso in Vaticano dal 25 al 29 novembre sul tema Scienza e Sostenibilità.

In breve, direi, prosegue il Papa, “che spetta anzitutto agli scienziati, che operano liberi da interessi politici, economici o ideologici, costruire un modello culturale per affrontare la crisi dei cambiamenti climatici e delle sue conseguenze sociali, affinché le enormi potenzialità produttive non siano riservate solo a pochi”. “Allo stesso modo in cui la comunità scientifica- aggiunge-, attraverso un dialogo interdisciplinare al suo interno, ha saputo studiare e dimostrare la crisi del nostro pianeta, così oggi è chiamata a costituire una leadership che indichi soluzioni in generale e in particolare sui temi che vengono affrontati nella vostra plenaria: l’acqua, le energie rinnovabili e la sicurezza alimentare”. “Si rende indispensabile creare con la vostra collaborazione un sistema normativo che includa limiti inviolabili e assicuri la protezione degli ecosistemi, prima che le nuove forme di potere derivate dal paradigma tecno-economico producano danni irreversibili non solo all’ambiente, ma anche alla convivenza, alla democrazia, alla giustizia e alla libertà”, conclude.


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